La Cisl Medici replica al Direttore generale dell’Asp di Catanzaro

Catanzaro Salute

"Non si giustificano - neanche considerando il forte caldo di questo agosto - le autoreferenziali affermazioni del Direttore Generale dell’ASP di Catanzaro, Dott. anzi Prof. Mancuso, sull’esito del ricorso e sull’azione della organizzazione sindacale. Lo stesso, evidentemente ignora che sono i Direttori Generali, in quanto gestori della cosa pubblica nella nostra Regione che presumibilmente tutelano i “compari - comparucci” ed anche i “parentucci”. E' quanto scrive in una nota di replica il segretario provinciale della Cisl Medici, Nino Accorinti. "La CISL medici invece - prosegue la nota - da sempre, persegue e sostiene il rispetto delle regole, dei contratti e della trasparenza nel funzionamento dell’azione amministrativa, rifiutando la cultura del servilismo e del clientelismo cercando di restituire dignità e motivazioni ad una dirigenza che da diversi anni non riconosce più tali valori. Probabilmente il Mancuso possiede una diversa concezione del modus operandi del “Sindacato”, retaggio verosimilmente della sua militanza nell’ANPO (Associazione Nazionale Primari Ospedalieri) precedente alla nomina a Direttore Generale".

Per il rappresentante sindacalei, poi, "per quanto riguarda il recente decreto del Giudice del Lavoro si rassicura il D.G. che verrà opposto davanti alla Sezione Lavoro del Tribunale di Catanzaro ai sensi dell’art. 28 dello Statuto dei lavoratori avendo la Cisl medici rilevato nella pronuncia giudiziale erroneità di interpretazioni e gravi difetti di motivazioni. Pertanto deciderà il nuovo Giudice se l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro ha posto in essere una condotta antisindacale. L’azione legale del sindacato ha interessato alcune delibere, di mobilità e di conferimento di incarichi di sostituzione, tutte adottate senza la preventiva informazione, consultazione e concertazione delle OO.SS. sulle materie, come previsto dalla legge e dai contratti collettivi. E’ opportuno, inoltre, ribadire che quanto riportato nel decreto, e poi sulla stampa, relativamente alla legittimità delle delibere appare erroneo ed infondato, non avendo l’Azienda dato prova, in giudizio, sulle affermazioni a sostegno delle sue tesi difensive. Infatti - continua Cisl Medici - non risulterebbe nessun nulla osta dell’ASL di provenienza relativamente al trasferimento di un dirigente radiologo né sono state esperite le procedure previste dall’art. 17 del CCNL integrativo del CCNL 8 giugno 2000, mentre è certo che non è stata effettuata nessuna procedura, in violazione delle norme contrattuali, di comparazione dei curricula nel caso di conferimento dell’incarico di responsabile dell’U.O. di Oculistica del Presidio di Lamezia, del Sert di Soverato e della Direzione Medica del Presidio di Lamezia Terme tra i dirigenti interessati. In quest’ultimo caso non si comprende quale criterio abbia usato il Direttore Mancuso nell’omettere di attribuire l’incarico ai dirigenti in servizio nella stessa Direzione Medica di Lamezia Terme individuando invece il Direttore Sanitario di Soverato, già nominato a tempo determinato ai sensi dell’art. 15 septies D.Lgs. 502/52, rispetto persino al Direttore di ruolo in servizio nel Presidio di Soveria Mannelli.

A tal proposito, è proprio di questi giorni la limitazione del Governo, nella legge sulla spending review, sul conferimento di incarichi ai sensi del 15 septies. Anche nel caso della mobilità contestata presso la Direzione Medica del Presidio di Lamezia di una dirigente in servizio sul territorio è stata violata la normativa contrattuale sulla mobilità di cui all’art. 16 del CCNL integrativo del CCNL 8 giugno 2000. Occorre rilevare, vieppiù, che nella fattispecie non risulta alcun posto vacante nella dotazione organica né una posizione funzionale inerente a quella posseduta dalla dirigente né tantomeno un dirigente “assente per motivi di salute”. Infine, in merito alla sua politica aziendale “equa e giusta”, lo stesso Mancuso dimentica la irreprensibile condanna per attività sindacale da Lui collezionata nel giugno 2011 sull’adozione dell’atto funzionale aziendale ed al conseguente pagamento delle spese di giudizio in Euro 3000 con la recente liquidazione di una parcella di oltre 12000 Euro ad un Avvocato esterno all’Azienda, cui era stato conferito l’incarico, pur in presenza di un Ufficio Legale interno. Si rileva, sul punto, che i conferimenti di incarichi a legali esterni sono vari, come nel passato, e comportano anche oggi l’esborso di risorse aziendali. E’ questo forse il buon esempio, come peraltro il pagamento delle sue ferie non godute, di corretta amministrazione e di contenimento della spesa sanitaria? Alla luce degli elementi evidenziati - conclude la nota - la Cisl medici ribadisce il suo impegno per la legalità e che il suo comportamento sarà ancora più incisivo nel richiedere agli organi competenti il rispetto delle disposizioni normative e contrattuali".