Arresto Rappoccio: La Destra, oltre il danno la beffa
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma di Ippolita Patera Dirigente Provinciale La Destra di Reggio Calabria in merito all’arresto del consigliere regionale Antonio Rappoccio
"Cosa vuoi che sia una piccola bugia ma stai tranquillo, le aiuterò davvero queste persone quando riuscirò ad essere eletto". Così Rappoccio, consigliere regionale in quota Pri nel Gruppo Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente, arrestato martedì scorso per i reati di associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato, avrebbe risposto ad un giovane sconcertato che lo aiutava a schedare ogni singolo elettore al quale Rappoccio aveva assicurato un posto di lavoro e che, in cambio, gli aveva assicurato il voto. Un meccanismo perverso. Dalle testate giornalistiche, si apprende che sarebbero state create ad arte società con l'obiettivo di bandire concorsi falsi, per centinaia di posti di lavoro. Tutto perfettamente organizzato. Comprese le "tasse" d'iscrizione e partecipazione al concorso (rispettivamente di 15 e 20 euro). Ma, come se ciò non bastasse, queste pratiche da ufficio di collocamento, Rappoccio le avrebbe svolte anche nel suo ufficio di palazzo San Giorgio. Sarebbero 850 le vittime di questo raggiro e 17 sono gli indagati. Questi, in sintesi, i fatti nei quali non vogliamo entrare in merito, fiduciosi come siamo nell'attività della magistratura.
Tuttavia, una riflessione s'impone in noi, figli della Calabria, nelle cui vene scorre il sangue dei nostri avi che combatterono per conquistare l'onore e la libertà. Se così fosse, la vicenda Rappoccio andrebbe ad affiancare quella dei due consiglieri di maggioranza già arrestati, per 'ndrangheta. L'ennesima notizia che infanga, insudiciandola, e disonora la terra che calpestiamo e tutti noi, calabresi onesti, che vi operiamo. L'immagine della Calabria risulta, ancora e nuovamente, vilipesa dalle gesta di uomini senza scrupoli disposti a tutto e a scapito di tutti pur di raggiungere i loro obiettivi. E quando a farne le spese sono i giovani, una profonda angoscia c'invade. Sì, i giovani, il futuro di questa civiltà corrotta, sbandata e defraudata, quelli che dovrebbero essere tutelati nella loro precarietà e fragilità, risultano, invece, i soggetti più offesi nella loro essenza di persone e di cittadini. La nostra responsabilità di uomini di cultura, ancor prima che di politica, e la nostra sensibilità di padri e madri di famiglia c'impone il dovere di tutelare i nostri figli, i nostri giovani, il nostro futuro. Noi tutti, cittadini, dunque, abbiamo il dovere di opporre alla disonestà dilagante la sanità dei nostri principi etici e della nostra educazione culturale, maturata nella piena libertà dello spirito e nell'esperienza della nostra onesta vita umana; rimuovendo un sistema che aliena l'uomo, con lo spegnere i suoi motivi vitali, e ristrutturando la società in modo da portare ognuno a vivere serenamente i motivi infiniti dell'esistenza, è possibile passare dalla vita fittizia alla vita autentica e dare speranza a partire da noi stessi. Abbiamo dimenticato che l'acqua può detergere, il fuoco purificare e che la terra è madre di tutti noi. E’ giunto il tempo e s'impone il dovere, ormai, di bonificare questa terra amara e amata qual è la Calabria, così come proposto dal nostro segretario regionale de La Destra, Gabriele Limido”.
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