Commemorazione Monte Covello: Giaimo, “Molto rumore per nulla”

Catanzaro Politica

“Un bailamme che ha scomodato perfino testate giornalistiche nazionali come l’Unità, il Manifesto, Libero, oltre ai quotidiani regionali. Ci verrebbe da dire “Molto rumore per nulla”, ricordando Shakespeare. Noi, invece, volevamo semplicemente ricordare quei volontari girifalcesi che partirono per la Guerra di Spagna negli anni Trenta e che persero la vita per una causa, forse per un sogno. Provate a chiedere a qualunque girifalcese notizie su Domenico Catalano al quale, tra l’altro, risulta intitolata una strada del nostro comune. - Lo si legge in una nota di Natale Giaimo, segretario provinciale della Sezione “J.V. Borghese” della Fiamma Tricolore di Catanzaro – Siamo certi che quasi nessuno saprebbe rispondere. Egli fu uno di quegli italiani che, durante il Fascismo, partì alla volta di una guerra di cui, ne siamo certi, non conoscevano né cause e né finalità. Partirono, forse riponendo nel cuore la chimera di un futuro migliore per loro e le loro famiglie. E il tributo che pagarono all’orrendo Minotauro delle speranze legate alla guerra di Spagna fu assoluto e definitivo. Noi volevamo ricordare il sacrificio di quegli uomini che inseguivano un sogno, un’idea.

A loro fu intitolata, in quel tempo, la Madonnina di Monte Covello. Noi li abbiamo ricordati con una riflessione e una preghiera cristiana. Abbiamo posto l’accento sulla necessità di una memoria condivisa da tutti gli italiani, senza differenze ideologiche e politiche: unica via da seguire, se si vogliono chiudere i conti col passato. Perché, chi sacrifica la propria vita per un’idea, ha il diritto di vivere nella storia e noi abbiamo il dovere di tenere viva la loro memoria. Fin quando il pensiero comunista continuerà a fare distinzioni manichee, stabilendo chi è dalla parte giusta e chi da quella sbagliata, recintando “campi di democrazia” e individuando nemici da combattere e da eliminare fisicamente, l’Italia continuerà a marcire in questa vergognosa guerra ideologica. Noi riconosciamo la sacralità della morte di tutti coloro che sono caduti per le loro idee e mai vomiteremmo fango sulla loro memoria. Poi, possiamo anche confrontarci sulle idee e sulla storia. Certo, ognuno ha la sua verità, ma tutti dovremmo avere rispetto per tutti i morti di tutte le ideologie. A Monte Covello, la Fiamma Tricolore ha deposto un mazzo di fiori sul vecchio rudere della “Madonnina dei martiri fascisti”. Alla presenza di numerosi carabinieri e di un loro alto ufficiale e della Digos, è stato pronunciato un discorso commemorativo. In un’atmosfera sacra, i presenti hanno ascoltato le note della tromba che intonava “il silenzio”. Nessun proclama, nessun saluto fascista e, soprattutto, nessun tentativo di ricostituzione del PNF.

Oggi, l’Italia è afflitta da ben altri problemi: veri, reali, pesanti, catastrofici. I “compagni” di tutta Italia hanno pensato bene di alzare gli scudi contro un “manipolo di fascisti ignoti” del catanzarese, inveendo contro la curia imbelle, minacciando i parroci del paese, stigmatizzando le autorità competenti, dimostrando così la loro insipienza storica, l’ignoranza dei fatti e quel “pessimismo della ragione”, ereditato da un loro cattivo maestro, che li contraddistingue da sempre e li porta a vedere nemici fascisti ovunque. Noi, come Fiamma Tricolore, vogliamo ringraziare la Benemerita e la Polizia di Stato, per la loro solerzia e la loro composta presenza alla manifestazione, sentinelle dell’ordine pubblico e garanti della giustizia e dei valori costituzionali, in questo caso anche testimoni di un “rigurgito fascista” tanto rumorosamente paventato dalla stampa. Gli Spartani alzavano gli scudi in ben altre occasioni. Ma il bolscevismo, lo sappiamo bene noi, nulla ha a che fare con Sparta e, men che meno, con Atene. Il pensiero unico e relativista dei comunisti vorrebbe, ancora oggi, soffocare le libertà di pensiero e gli aneliti patriottici.

A completamento del loro dire, e per rispondere a qualcuno che aveva trovato modo di ridire anche sull’intitolazione della stessa sezione della Fiamma di Girifalco, intendo ricordare a me stesso che Junio Valerio Borghese divenne il “Principe Nero” solo negli anni del dopoguerra, non avendo inteso abiurare a valori e principi di vita come tanti fecero allora dopo il crollo del regime fascista e come tantissimi hanno fatto e fanno oggi, e comunque per un “presunto golpe” mentre durante la seconda guerra mondiale egli fù eroe d’Italia per le sue epiche gesta belliche, per il suo coraggio e soprattutto per aver guidato, con alto senso del dovere, amor di Patria e sprezzante del grave pericolo in cui metteva la propria vita, alcune azioni della X Flottiglia MAS, per le quali ottenne diverse onorificenze e decorazioni tra cui la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Tanto penso basti a sottolinearne la statura di soldato e di patriota rispetto al suo stare “dalla parte sbagliata”!


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