Unical facoltà di medicina: Start Unione territoriale, importante avviare percorso serio

Cosenza Attualità

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma David Asser, Start Unione territoriale in merito alla querelle in atto sull’istituzione della facoltà di Medicina a Cosenza.

“Il tormentone inscenato in questa calda estate dagli immarcescibili politicanti del nostro territorio ha avuto come oggetto l’istituzione della facoltà di Medicina a Cosenza. Un argomento utile per trascorrere un po’ di tempo sotto l’ombrellone o per distrarre un po’ l’attenzione dai problemi reali e comunque di scarso significato. E’ tardi, perché nessuno in cinquant’anni ha costruito un Ospedale nuovo; è tardi perché occorrerebbero milioni d’euro che in tanti prometteranno ma nessuno darà a Cosenza; è tardi perché i professionisti della politica cosentina ed i loro degni eredi miopi ed inetti, in questi anni hanno finto di non accorgersi che il MIUR ha concesso il raddoppio degli studenti di Medicina all’Università di Catanzaro.

E tutto ciò mentre la Calabria reale affonda. La disoccupazione (tranne per figli e gli amici stretti dei politici) ha raggiunto livelli da scontro sociale. L’economia è in ginocchio senza prospettive di ripresa. L’edilizia affanna, il turismo cala vistosamente, l’agricoltura è arretrata, l’industria praticamente non è mai esistita. Un default non visto soltanto da coloro che non “vogliono vedere”, che poi sono gli stessi che negano l’evidenza del mare sporco, costituiscono strutture contro la ‘ndrangheta e l’usura ma poi ne accomodano i rappresentanti negli organismi istituzionali, pontificano sulla disoccupazione dei tanti ma decretano l’occupazione di pochi (figli, parenti e lacchè), riformano la Sanità cambiando nome alle strutture ma lasciandone inalterata la quantità e l’inefficienza, liquidano gli Enti strumentali ma ne finanziano l’inattività e ne incrementano i dirigenti. Restiamo appesi alle rimesse di uno Stato sempre più parsimonioso dinanzi ad un quadro sociale che può deflagrare da un momento all'altro ma, soprattutto, ci siamo ridotti a sperare che qualche misura straordinaria - ancorché dolorosa - del Governo centrale si ripercuota sul nostro territorio e modifichi i tanti squilibri a cui siamo costretti ad assistere.

Un futuro incerto, con poche prospettive. Le scelte per i giovani cominciano ad essere obbligate. O si prende un treno e si va via, oppure si cambia ma in profondità. L’alternativa è una agonia mesta , trascorsa dietro qualche polverosa segreteria in attesa di un posto sempre più improbabile oppure l’elemosina elargita da qualche “Call Center”. Le responsabilità di questo sfascio sono sin troppo evidenti. Non ci interessa additare i colpevoli che hanno fatto le proprie fortune politico-finanziarie sul bisogno e la disperazione di tanti, costruendo il proprio credito elettorale sul ricatto sociale. Quello che è importante in questo momento è cominciare un percorso vero, serio che possa aggregare forze ed intelligenze pronte a spendersi per tentare di preservare la dignità e la speranza di uomini e donne di questa terra. Con umiltà, pazienza e determinazione, “distinti e distanti” da partiti ridotti a sarcofaghi maleodoranti, intendiamo lavorare per stimolare l’unico patrimonio ancora rintracciabile da queste parti, il cervello e l’orgoglio dei figli di questa terra. Non sarà facile, molti amici saranno distratti e fuorviati dalle sirene negative, ma non intendiamo stare a guardare i maldestri e goffi tentativi di una classe politica miserabile che continua a suonare gli organetti mentre la nave affonda. Le politiche della spesa e delle clientele di piccolo cabotaggio sono alla fine; occorrono idee, cultura, intelligenza, interesse per la propria terra. Su questi parametri, da questa classe politica non possiamo aspettarci nulla, ma sui tanti (giovani e adulti) che hanno risorse e capacità è lecito riporre ben altre aspettative. Andiamo avanti.”


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