S.C.S.D. interviene su reintegro dipendenti in Ferrovie della Calabria
“Non vi è esimente alcuna nel nostro ordinamento giuridico che possa mai giustificare la mancata attuazione degli accordi aziendali. La loro inosservanza si rivelerebbe gravemente lesiva dei diritti dei dipendenti. - È quanto dichiara in una nota Filomena Falsetta, Segretario regionale del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa - che, in seguito al mandato conferitole dalla Uil Trasporti di Cosenza, ha provveduto a diffidare l’azienda Ferrovie della Calabria nell’interesse degli Operatori di Esercizio Maletta Giuseppe e Garofalo Franco, transitati nella società Fersav s.r.l., i quali hanno proposto istanza di trasferimento in una delle nuove residenze di servizio istituite sulla base dell’Accordo del 26/10/11, e, contestualmente, hanno legittimamente reclamato il loro diritto al reintegro in Ferrovie della Calabria.
Un diritto sancito dall’accordo del 28 novembre 2005 – prosegue il Dirigente del S.C.S.D. - il quale, oltre a prevedere che il personale ATI mantiene tutti i diritti riconosciuti in Ferrovie della Calabria da accordi nazionali ed aziendali presenti e futuri, al comma 10 dispone espressamente il riassorbimento in Ferrovie della Calabria del personale transitato alle ATI (rispettivamente FERSAV e FERLOC), al fine di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. A tal proposito – evidenzia Falsetta – richiederemo alla direzione aziendale una verifica dei criteri adottati per i transiti effettuati in precedenza, diretta ad accertare l’osservanza degli Accordi in materia. Nella diffida, pertanto, trasmessa al Direttore Generale Giuseppe Lo Feudo, alla Direzione Risorse Umane e per conoscenza al Presidente del CDA Angelo Mautone, si intima di reintegrare tempestivamente i due dipendenti in Ferrovie della Calabria, in ossequio al citato Accordo.
In caso contrario – conclude Falsetta – il Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa, in un’opera di raccordo con la Uil Trasporti provinciale di Cosenza, intraprenderà le opportune azioni di tutela dirette a garantire non soltanto i diritti fondamentali dei lavoratori dipendenti, ma anche delle stesse rappresentanze sindacali, al fine di dare vita ad un corretto rapporto tra queste e la direzione aziendale, basato sul rispetto di quelle pattuizioni tutelatici dell’uomo lavoratore”.