Chiusura Istituto “Luigi Daga”, Limido: casa di recupero va tutelata
“Non si capisce perché le strutture che funzionano in Calabria e in Italia, diventando delle eccellenze di cui andare fieri, vengano chiuse. È il caso dell’istituto penitenziario sperimentale “Luigi Daga” di Laureana di Borrello. - È quanto afferma, in una nota, il segretario regionale de La Destra calabrese, Gabriele Limido -Una casa di recupero che è stata la prima in Italia a sperimentare la custodia attenuata per i giovani detenuti, con lo scopo di una carcerazione alternativa, tendente al reinserimento sociale, e trasformatasi in un modello in Europa e nel mondo, debba chiudere i battenti in questa maniera. Un atto in controtendenza, insensato, fuori luogo, che non serve, visto il sovraffollamento delle carceri e la drammatica situazione penitenziaria del nostro Paese. E con quella strana tentazione di avviare scorciatoie istituzionali per risolvere il problema.
Il ministro della Giustizia individuasse gli sprechi e i tanti privilegi che esistono e permangono nel sistema giudiziario italiano e lasciasse da parte l’intenzione di chiudere le strutture efficienti come quella di Laureana. In Italia si devono costruire nuovi complessi, aprire quelli che sono stati realizzati e non chiuderli quando questi funzionano in modo eccelso. La casa di reclusione “Luigi Daga” ha una grande importanza, non solo per Laureana di Borrello, ma per tutto il sistema penitenziario italiano, in quanto ha saputo modernizzare un sistema fossilizzato e sclerotizzato, applicando semplicemente i dettami della Costituzione. L’istituto va tutelato e non va chiuso. È una risorsa per la Calabria e l’Italia”.