Test manomessi all’università, pena ridotta in appello

Catanzaro Cronaca

La Corte d'appello di Catanzaro ha scontato oggi la condanna inflitta in primo grado a Valter Mancuso, 40enne catanzarese impiegato come addetto alla manutenzione delle aule di Medicina dell'Universita' Magna Graecia, coinvolto nell'inchiesta sulla presunta manomissione dei plichi contenenti i test per l'ammissione a facoltà a numero chiuso. Il 28 aprile del 2009, al termine del rito abbreviato che gli valse lo sconto di pena di un terzo, Mancuso fu condannato a tre anni di reclusione, l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, ed il risarcimento di 25.000 euro all'Ateneo calabrese costituitosi parte civile. I giudici della prima sezione della Corte d'appello, oggi, hanno ridotto la condanna di Mancuso, difeso dall'avvocato Giuseppe Fonte, a due anni e quattro mesi di reclusione e 240 euro di multa, ed e' così venuta meno l'interdizione dai pubblici uffici.

Peculato era l'accusa inizialmente formulata a carico di Mancuso dai sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, in virtù di un impianto accusatorio in base al quale i plichi contenenti i test per l'ammissione nell'anno accademico 2007/2008 ai corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria dell'Ateneo calabrese, sarebbero stati manipolati in modo che i quesiti potessero essere comunicati a candidati da agevolare prima delle prove, svoltesi il 4, 5 e 6 settembre 2007. In primo grado, però, l'accusa e' stata derubricata in quella di furto aggravato. Nell'ambito dell'inchiesta Mancuso fu condotto in carcere alla fine di settembre 2008, in esecuzione di un'ordinanza firmata dal gip Abigail Mellace che portò inoltre agli arresti domiciliari un secondo indagato per il furto dei plichi, Antonio Cuteri, 40enne assistente tecnico dell'Ateneo addetto alle aule di Medicina, che il 5 novembre del 2010 e' stato condannato a tre anni e nove mesi di reclusione e 40.000 euro di risarcimento all'Università' - mentre altri indagati vennero iscritti nell'apposito registro delle notizie di reato, tra cui una guardia che avrebbe favorito l'accesso dei ladri al luogo dove erano custoditi i test -.

L'inchiesta partì su input del rettore Costanzo, successivamente indagato, e del preside di Medicina, Giovanbattista De Sarro, che denunciarono la manomissione dei plichi, annullando inoltre le prove scritte già eseguite, che furono ripetute. I carabinieri, intanto, seguirono a ritroso il percorso delle buste sigillate contenenti i test, che, partite dall'istituto Cineca di Bologna, arrivarono nel giro di ventiquattr'ore a Catanzaro. Verificata la correttezza delle procedure in Emilia Romagna, si puntò quindi l'attenzione su quanto accaduto in Calabria; i plichi, consegnati dall'Ateneo Magna Graecia e sottoposti a sequestro giudiziario, furono inviati per esami di laboratorio al Ris di Messina. Ed e' stato attraverso un'impronta digitale trovata su uno dei contenitori dei test che i carabinieri riuscirono a incastrare Mancuso.