‘Ndrangheta: dice falso su salute marito, carcere a moglie boss
Custodia cautelare in carcere confermata dalla Cassazione per Marianna Barbaro, moglie del boss Giuseppe Pelle. L'accusa a carico della donna è quella di aver attestato "falsamente in un certificato destinato ad essere prodotto all'autorità giudiziaria condizioni e trattamenti terapeutici" relativi al marito, nonché di aver fornito un contributo "alla falsa attestazione, nella scheda di intervento del servizio di soccorso 118" che il boss Pelle "versava in uno stato di agitazione e aveva crisi di panico", concorrendo così alla formulazione della falsa diagnosi di "sindrome ansiosa in soggetto affetto da depressione maggiore". - lo scrive l'Agi - La prima sezione penale della Suprema Corte ha così confermato l'ordinanza del tribunale del Riesame di Reggio Calabria, che, il 16 febbraio scorso, aveva mantenuto la misura cautelare nei confronti la donna disposta dal gip.
"L'attribuzione all'indagata del ruolo di concorrente nel reato - si legge nella sentenza n.48417 depositata oggi - è corretta dal punto di vista logico e giuridico. La connivenza non punibile postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, inidoneo ad apportare alcun contributo alla realizzazione del reato", mentre nel caso in esame "l'indagata - osservano gli 'ermellini' - mediante la chiamata al servizio di pronto soccorso con richiesta di intervento urgente e descrizione di sintomatologia inesistente, ha consapevolmente fornito un contributo partecipativo materiale alla messa in scena dei fittizi malesseri del coniuge, al fine di precostituire certificazione sanitaria ideologicamente falsa utilizzabile nei procedimenti davanti all'autorità giudiziaria".