Montepaone: il dirigente scolastico smentisce di aver rifiutato l’iscrizione al bambino con la Fibrosi Cistica
Si continua a parlare del caso del "rifiuto"a scuola di un bambino affetto da fibrosi cistitica a Montepaone. Nella giornata di ieri un comunicato stampa della Lega Nazionale Fibrosi Cistica ha fatto rimbalzare la notizia a livello nazionale. Pare però che il quotidiano "Gazzetta del Sud" abbia verificato la notizia e a sorpresa la dirigente, in un'intervista esclusiva al giornale, dichiara di non aver mai ricevuto una lettera di iscrizione e di conseguenza di non averla mai rifiutata. Il "caso" del bimbo affetto da fibrosi cistica
“Non abbiamo rifiutato l’iscrizione nella nostra scuola, nessuno l’ha richiesta “
Una vicenda che ha del paradossale e che si perde in una comunicazione in cui l'etica cede il passo alla sommarietà. È quello che accade nel paese di Montepaone, piccolo centro del catanzarese, alla ribalta nazionale per una storia che vede protagonista la dirigente di un istituto scolastico, indicata come responsabile di comportamenti discriminatori ai danni di un bambino affetto da fibrosi cististica che non avrebbe voluto all'interno della scuola dell'infanzia del paese. Parole non supportate dai fatti, a dirlo sono gli atti a cui non risulta non solo nessuna lettera di rifiuto, ma nessuna domanda di iscrizione protocollata alla scuola. Una notizia che viene diffusa riprendendo il comunicato stampa della Lega Italiana Fibrosi Cistica che denuncia il fatto consegnandolo al famelico sensazionalismo reo di non aver accuratamente indagato la delicata vicenda. Accade così che nel doveroso riscontro delle fonti,primario dovere di un giornalista, rintracciamo una verità diversa da quella raccontata, che la dottoressa Vivino decide di affidare ad un'intervista in esclusiva a "Gazzetta del Sud" superando le reticenze insorte nei confronti di una comunicazione che non le ha concesso neppure il beneficio del dubbio. Date e riferimenti non confortate dall'inconfutabilità dei documenti e il racconto accorato di una dirigente che difende il suo operato e la dignità della scuola che rappresenta. “In riferimento al comunicato diffuso ieri dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica -esordisce la dirigente- posso dichiarare che oggi torno a parlare della vicenda solo perché chiamata in causa dalla cronaca nazionale a seguito di una denuncia a mezzo stampa che riporta fatti e riferimenti che non corrispondono a verità. Mi viene contestato il rifiuto ad un'iscrizione presso la scuola dell'infanzia "Suor Salvatorina Casadonte" (facente parte dell'istituto comprensivo Don Mario Squillace di Montepaone e di cui sono dirigente da ormai 3 anni) di un bambino di 5 anni affetto da fibrosi cistica. Preciso che non è mai stata presentata alcuna richiesta di iscrizione presso la segreteria della suola, pertanto non vi è mai stato neppure un rifiuto che ritengo impensabile sia dal punto di vista etico che legale. Apprendo dalla stampa, la denuncia di una madre (di cui per altro non viene neppure riportato il nome) e me ne dispiaccio perché ho sempre agito nel rispetto delle persone e delle varie situazioni familiari che si sono presentate nel corso della mia carriera, cercando di trovare soluzioni condivise nel totale interesse dei bambini, in particolare di quelli bisognosi di cure e di maggiore assistenza. Ho avviato progetti a favore di tutti i bambini collaborando con gli stessi genitori con i quali ho instaurato un rapporto di reciproco aiuto. La scuola di Montepaone -continua il dirigente- è stata, è, e sarà, sempre aperta a tutti senza discriminazioni e disuguaglianze. Presenterò querela contro chi, senza verificare alla fonte le notizie diffamatorie diffuse, ha leso l'immagine mia e dell'istituto che rappresento.” Non c'è rabbia nelle parole della dirigente ma l'amarezza nei confronti di quello che sembra delinearsi come un processo mediatico che non consegna ai fatti una documentazione ma forse solo la frettolosa necessità di raccontare una storia che non aveva bisogno di dividere il mondo tra buoni e cattivi, e che avrebbe invece meritato un' anima.