Calcioscommesse. Parla Vrenna: Bonaventura? Un pluripregiudicato che pontifica in tv, farò causa

Crotone Cronaca
Raffaele Vrenna

S’intitolava “Ladri di Calcio” la puntata di Presadiretta di domenica scorsa, 13 dicembre, condotta da Riccardo Iacona. Nel corso della trasmissione gli inviati di Rai Tre hanno ripercorso il lavoro delle procure che indagano sul “Calcioscommesse e sulle centinaia di partite sospette dei campionati 2010/2011, che hanno creato una vera e propria bufera nel mondo “pallonaro”.

Niente di più che una trasmissione di giornalismo d’inchiesta di interesse meramente nazionale (ed internazionale) se non avesse, però, direttamente coinvolto la Calabria, ed in particolare il Crotone, società che milita nel campionato di serie B, e che è stato tirato in ballo, insieme al suo presidente Raffaele Vrenna, dalle dichiarazioni di Luigi Bonaventura.

Il pentito, in una sua intervista ai giornalisti di Iacona ha fatto riferimento a presunte interessenze della ‘ndrangheta nel mondo del calcio calabrese e crotonese accennando ad altrettanti presunti rapporti, anche di parentela, con il numero uno rossoblù.

Vrenna - a questo punto - non ci sta! E, dopo un altro colpo che tenta di screditare non solo la sua immagine personale quanto anche una delle sue creature, l’Fc Crotone, va al contrattato e risponde, in questa intervista, a quelle che etichetta come le “falsità” di Bonaventura ed anncia azioni legali nei confronti di “tutti coloro i quali hanno fatto un uso distorto del diritto di cronaca”.

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D.: Presidente Vrenna il pentito Bonaventura, dichiaratosi suo cugino e quindi a lei molto vicino, nel corso della trasmissione Presa Diretta, in onda su Rai3 domenica passata, ha fatto delle gravi accuse sul mondo del calcio e sul Crotone Calcio in particolare.

R.: "Innanzitutto costui, intendo Bonaventura, non è affatto mio cugino né ho avuto con lui contatti di alcun genere. E’ ben nota la sua storia delinquenziale e criminale. Penso che, continuando a delinquere, seppur utilizzando mezzi diversi – segnatamente il mezzo televisivo -, sfrutta surrettiziamente il suo status di collaboratore di giustizia per spargere veleno a destra ed a manca, accusando in particolar modo me di illeciti che avrei commesso quale presidente del Crotone calcio, e ciò al solo fine di fare del male e nel contempo attirare su di sé l’attenzione dei media. Tutto quanto dichiarato da Bonaventura è falso e per tale ragione i miei legali hanno già provveduto ad avviare le opportune iniziative giudiziarie, in sede civile e penale, per tutelare la mia persona ed il Crotone Calcio, ma soprattutto per portare al cospetto della giustizia un noto pregiudicato che dovrà rispondere delle sue falsità".

D.: Sempre Bonaventura parla della partita di calcio tra Crotone e Benevento e di una presunta combine che sarebbe intervenuta.

R.: "L’ho già anticipato. Costui è falso e, a mio avviso, delirante. Basta chiedere, anche, ai dirigenti delle altre squadre, tra cui quelli del Benevento, per riscontrare la falsità del Bonaventura. A me, però, non interessa il riscontro negativo, interessa, invece, far emergere la perniciosità di un sistema che consente ad un pluripregiudicato di pontificare in tv, sferrando gravi accuse contro chi non potrà mai essere un suo interlocutore che potrebbe smentirlo immediatamente, e quindi contro un bersaglio che di volta in volta, gente di tal genere, può scegliere di distruggere".

D.: Lei chiederà un risarcimento.

R.: "Certo che lo farò, anche se so bene che Bonaventura si presenterà come nullatenente e quindi inaggredibile in fase di esecuzione di un ordine giudiziario di risarcimento dei danni che, mi auguro, al più presto intervenga. Ma io porto Bonaventura anche davanti al giudice penale perché costui deve essere condannato per i reati di diffamazione e calunnia perpetrati contro di me".

D.: Perché Bonaventura, allora, ha formulato queste accuse così pesanti?

R.: "lei non mi crederà, ma questo quesito mi angoscia ancor di più che le cialtronerie da lui proferite. Mi interrogo sempre sulle ragioni e sugli ignoti che hanno ispirato il Bonaventura contro di me".

D.: Ma Bonaventura parla anche di avere predisposto e coordinato il servizio d’ordine in occasione delle partite casalinghe del Crotone.

R.: "Niente di più vigliaccamente falso. Il servizio d’ordine è stato ed è garantito da società specializzate, con tanto di contratto e pagamento del compenso pattuito".

"In conclusione voglio evidenziare un dato che è sintomatico della pericolosa falsità di questo soggetto. Bonaventura, infatti, afferma di aver curato il servizio d’ordine la sera del 19 settembre 2006 in occasione della partita Crotone-Juventus. Se nonché ho avuto modo di accertare l’esistenza di una prova che smentisce clamorosamente l’assunto di Bonaventura".

Vrenna allude al fatto, che la mattina della gara con la Juve il pentito fu coinvolto a Crotone in una sparatoria col padre e da quel momento fu per un lungo periodo latitante e, sicuramente, era latitante nella giornata e nella nottata successiva in cui si sarebbe dovuto trovare, invece e stando alle sue dichiarazioni, all'interno dello stadio…

R.: "Basta leggere “il Crotonese” (plurisettimanale locale, ndr) che riporta pedissequamente tale notizia con la contestuale specificazione della cronologia temporale degli eventi. Questo è il Bonaventura".

D.: Cosa farà adesso?

R.: "Per come le ho detto i miei legali sono in azione e porteranno Bonaventura e tutti coloro i quali hanno fatto un uso distorto del diritto di cronaca davanti ai giudici penali e civili. Io, grazie a questo sistema, dovrò continuare a spiegare che è falso il racconto di Bonaventura tralasciando il lavoro e le famiglia che costituiscono le uniche vere ragioni della mia vita".