‘Ndrangheta: Crotone, gruppo Vrenna completamente estraneo
È stata respinta la richiesta di confisca di tutti i beni del gruppo imprenditoriale che fa capo ai fratelli Raffaele e Gianni Vrenna e della misura di prevenzione personale nei loro confronti. Oggi, giovedì 14 dicembre, è stato depositato il decreto del Tribunale di Crotone (presidente Pirruccio, a latere Barbetta e Angiuli) che rigetta dunque la richiesta che venne avanzata nel novembre dello scorso anno dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Catanzaro che si basava sul presupposto che il gruppo Vrenna fosse contiguo alle cosche mafiose del crotonese.
Procura antimafia, per sostenere questa tesi, aveva portato le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, come il presunto boss Pino Vrenna, o Luigi Bonaventura e Vincenzo Marino, che avrebbero sostenuto che gli imprenditori avessero pagato la cosca per essere tenuti al riparo da attentati e danneggiamenti.
Il Tribunale pitagorico, invece e accogliendo la tesi dei legali degli imprenditori, che si basava anche su un’asserita contraddizione fra le dichiarazioni dei collaboratori usate dalla Dda e quelle trovate dalla stessa difesa - ha sentenziato che non ci sono i presupposti per la confisca dei beni e che i due fratelli Vrenna siano del tutto estranei alle vicende della criminalità organizzata crotonese; dalla quale, sostengono ancora i giudici, al contrario abbiano subito invece angherie e danni.
Salvo, pertanto, anche il Crotone Calcio, società attualmente seconda nella classifica di Serie B, in lotta per tentare la promozione nella massima Serie, e che era oggetto della richiesta di confisca.