Pd, sindaco Rovito: congressi subito
Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa del sindaco di Rovito Felice D'Alessandro in merito al congresso del Pd:
"Il commissario D’Attorre, oggi deputato, prima di licenziarsi dai calabresi, penso senza lasciare eccessivi rimpianti, ha almeno fissato la data del Congresso regionale. Spero che l’impegno venga mantenuto atteso che nel recente passato le date dei Congressi sono state più volte disattese. D’Attorre non poteva più traccheggiare oltre, non poteva più continuare a districarsi tra i soliti noti lasciandosi egli stesso commissariare da chi in modo palese o sotto mentite spoglie continua a mantenere l’egida del partito.
Il Commissario D’Attorre, in perfetta sintonia, con Tizio, Caio e Sempronio, è rimasto sordo all'indispensabile ed indifferibile necessità di una svolta copernicana negli indirizzi politici e dalla altrettanta insopprimibile richiesta di rinnovamento, sia della classe dirigente, sia della rappresentanza nelle istituzioni. Il PD perde in Calabria perché le liste non hanno "tirato", non hanno acceso le polveri dell’entusiasmo dell’elettorato, nonostante questo fosse da tempo mortificato da un governo regionale inefficacie nella proposta politica-amministrativa e devastante sul piano della dignità democratica, attese le innumerevoli implicazioni giudiziarie di suoi importanti protagonisti.
Le liste del PD non hanno tirato e non potevano tirare perché largamente infoltite da paracadutati da Roma, da candidati rigidamente scelti con il deprecabile metodo del “sostituismo”, da commissari che in cambio del servizio – leggi mal servizio – reso al partito ottengono uno scanno in parlamento, da inossidabili senatori che da legislatura in legislatura si ripropongono, nonostante i calabresi non conoscano alcuna loro virtuosa iniziativa a favore di queste disastrate contrade.
Congressi subito! Fissare regole certe tali da consegnare, inconfutabilmente il partito ai militanti; aprire una volta per sempre una robusta linea di credito nei confronti delle giovani leve per far contrastare il pericolo che il “nuovo” possa ancora una volta essere sommerso dalle manfrine, dai finti iscritti, dai prestanomi, dai caporali di giornata e da tutto ciò che può uscire dall’ingegnoso ed inesauribile cilindro dei grandi marpioni; un Congresso in cui il numero dei votanti non sia superiore agli elettori del PD nelle consultazioni elettorali".
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