Ordini architetti e ingegneri chiedono audizione all’assessorato regionale

Crotone Attualità

Gli ordini regionali degli architetti e degli ingegneri, in analogia all’azione intrapresa dai Consigli nazionali, hanno inviato una richiesta di audizione al Direttore Generale dell’Assessorato regionale ai Lavori pubblici interrompendo fino a quella data la collaborazione e la partecipazione ai lavori del tavolo tecnico regionale.

La decisione è stata presa visto il silenzio da parte della Regione Calabria rispetto alle richieste e alle considerazioni fatte negli ultimi mesi, in relazione dell’abolizione dell’articolo 7 del Regolamento di attuazione della Legge regionale n.35, la meglio conosciuta legge antisismica, gli ordini regionali degli architetti e degli ingegneri, in analogia all’azione intrapresa dai Consigli nazionali, hanno inviato una richiesta di audizione al Direttore Generale dell’Assessorato ai LL.PP. interrompendo fino a quella data la collaborazione e la partecipazione ai lavori del tavolo tecnico regionale.

Gli ordini hanno già provveduto ad informare il presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, il Ministro delle infrastrutture Corrado Passera, il presidente del Consiglio Superiore dei lavori pubblici Massimo Sessa ed il Presidente dell’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Giovanni Pitruzzella di quanto accade in Calabria e della loro determinazione nel richiedere l’abolizione dell’articolo 7.

Quella della procedura Si-erc è infatti una questione che va avanti ormai da troppo tempo e che rende sempre più difficile lo svolgimento della professione di architetti ed ingegneri. La procedura automatizzata infatti non semplifica il processo ma, anzi, lo appesantisce con azioni complesse ed oscure costringendo il progettista ad inserire dati che hanno una specificità ed un formato diverso da quello che ha utilizzato nel processo progettuale, determinando in questo modo una potenziale causa di errore che può portare alla bocciatura di un progetto che, invece, è corretto.

Anche i due Consigli nazionali ribadiscono che Il SI-ERC utilizza una procedura sostanzialmente "chiusa" attivata dall’immissione di dati che il tecnico non ha provveduto direttamente a verificare prefigurando, in questo modo, per il soggetto depositario del know-how del software, una impropria posizione di predominio - sia nei confronti della propria committenza (la Pubblica Amministrazione), sia nei confronti del progettista - che viola i principi della libera concorrenza.