Giovane ucciso a Lamezia Terme, pm chiede due ergastoli

Catanzaro Cronaca

Si è conclusa con la richiesta di due condanne all'ergastolo e due a 30 anni di reclusione la requisitoria del pubblico ministero nell'ambito dei quattro giudizi abbreviati chiesti da altrettante persone ritenute esponenti di primo piano della cosca Giampà di Lamezia Terme, imputate per l'omicidio pluriaggravato del 26enne Domenico Zagami, ucciso a colpi di pistola il 14 agosto del 2004 in via della Vittoria a Lamezia. Il pubblico ministero Elio Romano, dopo aver ripercorso l'impianto accusatorio a carico dei quattro uomini, ha chiesto al giudice distrettuale dell'udienza preliminare di Catanzaro, Maria Rosaria di Girolamo, di condannare all'ergastolo Aldo Notarianni, di 47 anni, e Vincenzo Bonaddio, di 53, ed a 30 anni di reclusione ciascuno Domenico Giampà, 31 anni, e Maurizio Molinaro, 29. L'udienza è stata infine rinviata al 25 giugno, quando avranno inizio le arringhe difensive (tra gli avvocati impegnati Giuseppe Spinelli e Francesco Gambardella).

Gli imputati sono stati raggiunti da un provvedimento di custodia cautelare nello scorso luglio, notificato dalla squadra mobile del capoluogo calabrese a conclusione dell'inchiesta denominata "Medusa". L'omicidio Zagami, secondo gli inquirenti, è maturato nel corso di una cruenta guerra di mafia con al cosca avversa dei Cerra-Torcasio-Gualtieri. In particolare, secondo quanto riferito dai collaboratori Angelo Torcasio detto "porchetta" e Saverio Cappello, a pianificare l'omicidio furono Giuseppe Giampà - la cui posizione segue un doveroso iter processuale - e Vincenzo Bonaddio, mentre lo stesso pentito Cappello avrebbe guidato la moto con a bordo Domenico Giampà, presunto esecutore materiale del delitto. Zagami sarebbe stato ucciso perché sospettato di aver preso parte all'omicidio di due fratelli di Francesco Giampà, detto il "professore", indicato dagli inquirenti come il capo dell'omonima cosca. (AGI)