Vibo Valentia, Cisal: il dissesto? Uno schiaffo alla città
“Uno schiaffo alla città, alla sua immagine ed al suo prestigio: non può essere definita diversamente la decisione del Tar Calabria che grazie al riconosciuto debito di 36 milioni al Comune di Vibo Valentia sancisce il dissesto e spalanca le porte alla terna commissariale che dovrà sanare i debiti pregressi. - È quanto si legge in una nota di Filippo Curtosi, Segretario provinciale aggiunto della Cisal (Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori) di Vibo Valentia - Non sappiamo quanti cittadini avrebbero scommesso un solo euro per un parere diverso rispetto a quanto accaduto ma è certo che Vibo Valentia subisce l’onta ed il peso di una sconfitta politico amministrativa comunale che proprio per i suoi contenuti appare senza precedenti.
È una debacle della politica senza storie ed è anche l’ammissione di una incapacità amministrativa emersa sin dalle prime battute della gestione Nicola D’Agostino. Oggi la città paga a caro prezzo ( 36 milioni di debito sono davvero tanti ! ) il risultato di una eccessiva tolleranza di un sistema amministrativo che ha imbarcato acqua da tutte le parti per aver messo in piedi una struttura di governo della cosa pubblica che non ha saputo interpretare e se volete intercettare il messaggio proveniente da un percorso politico il cui grigiore si perde nel tempo.
Il sindaco ha tentato con ogni mezzo di evitare il default ma questo non può costituire alibi per chi aveva il dovere di fare dapprima i conti con quanto ereditato per poi affrontare, con una seria analisi ed una concreta proposta, lo stato dei bisogni di una comunità che ha fallito da tempo il suo legittimo obiettivo di essere competitiva con le altre blasonate realtà regionali.
Fatto sta che la decisione del Tribunale amministrativo regionale non fa un bel regalo ai cittadini vibonesi che proprio per gli effetti di legge verranno chiamati a fare, purtroppo ed amaramente, i conti con le imposte e le tariffe comunali attraverso l’applicazione di un’ aliquota pesantissima. Parliamo di Imu, acqua, spazzatura e irpef. La rigorosa decisione del Tar Calabria ha, comunque, contribuito a scoraggiare il sindaco dal proseguire nella sua vocazione alla cultura delle consulenze, tra i peggiori errori della sua amministrazione.
Non sappiamo, alla luce di questo catastrofico verdetto del Tar Calabria, dove troverà il coraggio la giunta D’Agostino per portare a compimento il suo mandato elettorale. La debolezza della stabilità governativa dell’attuale esecutivo di Palazzo Luigi Razza è nei fatti. Il dissesto ne è la riprova. Non guasta ricordare che un tempo al cospetto di “condanne amministrative” più lievi di quest’ultima l’uscita dalla scena rappresentava la scelta più immediata ed inderogabile. Ma non è più così e D’Agostino docet.
Oggi, al cospetto di una disfatta che segna la città di Vibo Valentia ed i vibonesi, probabilmente o quasi sicuramente si avrà l’ardire di continuare nel percorso convinti che i conti verranno messi a posto e che il disagio di oggi verrà presto superato.
Noi pensiamo che una volta per sempre sarebbe giusto anche dare ascolto ai cittadini che non sono più disposti a tollerare il peggiore sistema politico degli ultimi anni, riconsegnando alle urne il compito di poter avviare un nuovo cambiamento di rotta ad una città costretta a leccarsi le ferite per l’imperante precarietà economica ed occupazionale che l’assale tutti i giorni ed a cui deve aggiungere anche la maldestra gestione di un Comune che firma un severo atto di condanna a chi lo amministra. Continuare a guidare un Comune toccato nel suo vitale sistema amministrativo servirà a poco. Forse a tentare di recuperare una immagine perduta? Intanto il sistema ha fallito.”
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