Vibo, Comune: rigettato ricorso sul dissesto finanziario
Nessuna speranza per il comune di Vibo Valentia di ovviare alla situazione di default dichiarata dagli amministratori lo scorso mese di Giugno. Il Consiglio di Stato infatti, ha respinto il ricorso presentato dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco, Nicola D’Agostino, contro la decisione del Tar della Calabria che a sua volta aveva bocciato l’istanza antidefault con la quale il Comune chiedeva l’annullamento della diffida della Prefettura.
Una nota, quest’ultima a firma dell’ex Prefetto Miche di Bari,che imponeva al sindaco e alla sua amministrazione di dichiarare lo stato di dissesto finanziario dell’ente, data la mancata approvazione, da parte del consiglio comunale, del piano di rientro economico. Insomma dall’inizio dell’estate, niente è cambiato. Il dissesto finanziario rimane e a breve, farà il suo ingresso a Palazzo Luigi Razza, la terna commissariale, scelta dal Ministero dell’Interno, per lavorare al risanamento del debito pari a 36 milioni di euro. Una cifra da capogiro accumulatasi però, nel corso delle varie amministrazioni che si sono succedute alla guida della città.
Le motivazioni che hanno portato ad un secco no da parte dei giudici del Consiglio di Stato nei confronti del ricorso, presentato dagli avvocati di Palazzo Luigi Razza, Giuseppe Pitaro del foro di Catanzaro e Vincenzo Cerulli Irelli di Roma, sono chiare. “Il Comune di Vibo Valentia ha omesso di approvare entro il termine perentorio del 25 marzo scorso il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, senza adempiere neanche, alle misure correttive disposte dalla sezione regionale di controllo della Corte dei conti”.
Inoltre, è stato accertato dai giudici «l’inadempimento delle misure correttive disposte a carico del Comune di Vibo Valentia e la sussistenza delle condizioni dello stato di dissesto finanziario». Pertanto, sempre a parere dei giudici della capitale, la diffida rivolta dalla locale Prefettura al Comune di Vibo Valentia, affinché il consiglio comunale dichiarasse il dissesto entro 20 giorni dalla mancata approvazione del Piano di risanamento dei conti pubblici, si configura - si legge nell'ordinanza – “come atto dovuto meramente esecutivo”.
Crack finanziario, quindi, senza più possibilità d’appello per gli amministratori ma soprattutto per i cittadini vibonesi che da adesso in poi dovranno fare i conti con tutte le conseguenze del caso, in un periodo di crisi economica più generale, dove le aliquote comunali che si alzeranno fino ai massimi consentiti dalle legge, faranno stringere la cinghia di parecchi buchi in più.