Con 20 fucili e 13 pistole nel furgone. Asti: arrestati due calabresi
Viaggiavano con un furgone sull'autostrada Torino-Piacenza quando, fermati dai carabinieri, due fratelli calabresi con precedenti penali, braccianti agricoli in una azienda dell'astigiano e originari di Vibo Valentia, sono stati trovati in possesso di un vero e proprio arsenale: nel furgone, bloccato nei pressi del casello di Asti est, i militari hanno infatti rinvenuto 20 fucili e 13 pistole ritenute provenienti da furti avvenuti a Piacenza e Pavia. Le armi sono state sequestrate e i due ammanettati. Gli inquirenti non escludono che i fucili e le pistole, dirette in Calabria, potessero essere destinate alla 'ndrangheta.
h 10:47 | Era diretto in Calabria l’autocarro su cui era sapientemente nascosto un vero e proprio arsenale, scoperto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Asti. Il Fiat Ducato è stato fermato mentre si stava accingendo ad entrare in autostrada; a bordo due fratelli: Angelo Stambè 36enne e Nazareno Stambè 43enne, entrambi braccianti agricoli, calabresi di Vibo Valentia, gravati da numerosi precedenti penali e di polizia, quali armi, droga e ricettazione.
Nel doppiofondo ricavato sotto l’abitacolo dell’autocarro, vi erano armi di ogni genere, quali: fucili, doppiette, armi da caccia, carabine di precisione, revolver di grosso calibro, pistole semiautomatiche e munizionamento vario. In tutto un arsenale di 20 fucili e 13 tra pistole e revolver e relativo munizionamento, che i due fratelli avrebbero trasportato in Calabria.
Angelo Stambè, in particolare, non è risultato nuovo a tale attività criminale, in quanto già nel marzo del 2011 si era reso protagonista di un analogo episodio, quando è stato arrestato unitamente ad un altro suo fratello, dai Carabinieri di Serra San Bruno poiché trovato in possesso di numerose armi, tutte provento di furti perpetrati nel nord Italia, rinvenute in un appezzamento di terreno in una zona di campagna di Gerocarne (VV).
Gli investigatori, che hanno già appurato la provenienza delle armi sequestrate, tutte provento di furti in abitazione commessi perlopiù nelle province di Pavia e Piacenza, e non escludono che le stesse potessero essere destinate ad alimentare il mercato della criminalità calabrese e stanno svolgendo in queste ore i relativi accertamenti. I due fratelli, che nulla hanno inteso dichiarare circa il possesso delle armi, chiudendosi nel più stretto silenzio, sono stati pertanto tratti in arresto per i reati di ”porto abusivo di armi” e “ricettazione” in concorso ed associati al carcere di Asti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Per lo “storico risultato operativo” conseguito, di fatto non si erano mai verificati sequestri così ingenti di armi nella provincia di Asti ed in quelle vicine, sono giunti al Comandante Provinciale dei Carabinieri, Ten. Col. Fabio Federici, numerosi apprezzamenti, tra cui quelli del sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, del Procuratore Capo, Giorgio Vitari, che tra l’altro ha coordinato le fasi dell’arresto, e del Prefetto di Asti, Pierluigi Faloni.