Lavoro sommerso, Di Iacovo e Marino controreplicano a Bortolussi
“Il Corriere di Verona riporta oggi un articolo sull’intervento del presidente della Commissione Regionale della Calabria per l’emersione Benedetto Di Iacovo, fortemente critico sui dati diffusi dalla Cgia di Mestre sul sommerso, intervento condiviso e apprezzato da Lucia Perina della Uil di Verona che li conferma, così come si può prendere visione anche sul sito della CISL del Veneto che conferma la città di Verona come la più irregolare. La replica del presidente della Cgia di Mestre Bortolussi è un raro aggregato di frasi fatte e di concetti generici che, attaccando chi ha criticato le sue modalità di ricerca, nascondono solo la debolezza dei dati presentati dall’istituto veneto, tanto da affermare che chi li ha contestati non sarebbe in grado di saperli leggere.
Su questo terreno e per mettere in evidenza questo, facciamo il “fact checking” su quello che ha scritto la Cgia di Bortolussi politico”. Controreplicano così a Giuseppe Bortolussi, presidente della Cgia di Mestre, il presidente della Commissione regionale per l’emersione della Calabria Benedetto Di Iacovo e il docente di politiche economiche all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, prof. Domenico Marino.
“Analizzando i dati – spiegano i due - non si può non notare immediatamente che quelli presentati sono dei dati privi di qualunque scientificità e oltretutto viziati da errori tanto grossolani da costituire delle autentiche “perle”. All’inizio del comunicato leggiamo infatti che il PIL irregolare in Italia è pari a 102, 5 miliardi di euro, pari al 6,5 % del PIL. Se questo fosse vero l’Italia sarebbe in una situazione più che ottimale, quasi da Guinness dei Primati, in quanto gli economisti ritengono che una quota di sommerso tra il 7 e 10 % del PIL sia fisiologica. Una quota del 6,5% del PIL sarebbe al disotto della soglia fisiologica. Più avanti nel testo del comunicato leggiamo che il Valore Aggiunto del Sommerso è di 275 miliardi di euro.
Ora va rimarcato che il Valore Aggiunto è una parte del PIL e, quindi, non si capisce come la parte 275 miliardi di euro (Valore Aggiunto del Sommerso) possa essere superiore al PIL del sommerso (102, 5 miliardi di euro). Venendo ai dati regionali – proseguono Di Iacovo e Marino - colpisce la percentuale eccessivamente bassa della Lombardia, intorno al 3-4% del PIL, mentre tutte le fonti accreditate ritengono che la Lombardia, a seguito della crisi degli ultimi anni, sia tra le regioni con un livello di sommerso superiore alla media nazionale”. “Anche i dati sul Veneto, regione di residenza di Bortolussi - proseguono gli esponenti calabresi –è segnalato nella ricerca fra le regioni virtuose, mentre indagini dei sindacati, sia Uil, che Cisl evidenziano che in queste regioni il tasso di sommerso sia abbastanza elevato. Verona, poi, secondo la Uil nazionale è la città più sommersa d’Italia”.
Di Iacovo e Marino sottolineano il dato della Calabria. “Si enfatizza come negativo un dato di incidenza del 18,1% che se fosse vero dovrebbe portare ad indire dei festeggiamenti, in quanto il sommerso in Calabria si attestava intorno al 30% di incidenza nei primi anni 2000 ed è sceso a valori di poco superiori al 20% nel 2012. Anche la stima di 1.375 euro di imposte evase per residente è priva di ogni connotazione scientifica, perché porterebbe l’evasione a 2,7 miliardi di euro in Calabria con un incidenza pari a 6-7% del PIL. Anche in questo caso se il dato fosse vero ci sarebbe da "festeggiare"”.
In realtà prima ancora che in una dubbia metodologia di calcolo, gli errori sono concettuali e partono da una cattiva conoscenza della definizione corretta degli aggregati economici come definiti dalla statistica economica. Si consiglia fortemente alla Cgia di Mestre, prima di “sparare” ulteriori numeri, la lettura attenta del Rapporto dell’Ocse. Non “Observed Economy”. Una seconda considerazione va poi fatta sull’uso politico che di questi dati e, in questo caso, si sviluppa. Il tempismo è alquanto sospetto. È interessante notare che un politico leghista commentando questi dati voglia far ricadere sul Sud il peso del sommerso e quindi avvalorare l’idea stereotipata di un Nord virtuoso e di un Sud problema e che arrivi a consigliare al Presidente Letta di inviare la Guardia di Finanza solo al Sud ed in Calabria per risolvere i problemi dell’erario”.
Secondo Di Iacovo e Marino, “questa operazione culturale di tipo coloniale va rigettata in toto. Chi studia scientificamente il sommerso conosce la complessità del fenomeno e soprattutto le molte forme di economia sommersa e sa bene che esso sia pur in diverse forme è diffuso in tutta la penisola, ma se proprio una differenziazione deve essere fatta, il sommerso del Nord, è principalmente un sommerso speculativo che mira al maggior arricchimento dell’imprenditore, mentre quello del Sud è in parte maggioritaria un sommerso, purtroppo, di sopravvivenza con imprese che fanno fatica a stare sul mercato e pensano di rifugiarsi nel sommerso per realizzare economie e abbattere i costi. Per progettare politiche di contrasto efficaci – concludono il presidente Di Iacovo e il professore Marino - bisogna fare uno sforzo di studio e di approfondimento rigoroso che è esattamente quello che da più di un decennio si cerca di fare in Calabria e che ha avuto nell’approvazione di una legge regionale contro il sommerso, caso unico in Italia, il suo punto di arrivo”.