Centro Regionale Sangue, Sofi (SIMTI): appello a Scopelliti
Riceviamo e pubblichiamo un appello pubblico al presidente Scopelliti per l’attivazione del Centro Regionale Sangue da parte dei medici trasfusionisti (Simti) e delle associazioni donatori a firma del Dr Sebastiano Sofi, delegato Regionale SIMTI (Società Italiana di Medicina Trasfusionale):
“All’assemblea urgente dei Trasfusionisti calabresi indetta dal Responsabile Regionale della SIMTI (Società Italiana di Medicina Trasfusionale) hanno partecipato anche le Associazioni di Donatori di sangue AVIS (Presidente sezione di Cosenza, Presidente sezione di Rossano), FIDAS (Presidente Regionale ff, Presidente sezione di Paola), FRATRES (Presidente regionale), ADOVOS (Presidente regionale).
L’assemblea ha deciso di indirizzare al Presidente Scopelliti, nella veste di Commissario alla sanità, un pubblico appello per l’immediata attivazione del Centro Regionale Sangue e del previsto Comitato Consultivo.
È necessario che sia l’organismo regionale previsto dalle norme, e cioè il Centro Regionale Sangue, a prendere le decisioni più adeguate in merito alle questioni più urgenti.
Tra queste, la situazione dei Servizi Trasfusionali sempre più gravata di criticità che devono essere considerate favorenti il mal funzionamento e inficiare la corretta attività trasfusionale.
Tra le più gravi criticità vi è certamente la mancanza di Personale Sanitario e paramedico.
In molti Servizi Trasfusionali si lavora in straordinario continuo, in perduranti condizioni di stress e sovraccarico di lavoro. E nei Servizi Trasfusionali di Catanzaro, Vibo Valentia, Polistena, Locri, Paola, Lamezia Terme, e ora anche di Cosenza, mancano i Primari.
È necessario che le attività di accreditamento istituzionale e la normale attività dei Servizi Trasfusionali siano tenute distinte perché non possiamo né sospendere nè limitare le normali attività.
Dobbiamo, invece, ora precisare, per ogni Servizio Trasfusionale, i settori che devono essere accreditati perché sarebbe inutile e dispendioso adeguarsi per svolgere compiti che poi non potranno essere svolti.
È necessario predisporre una nuova programmazione di raccolta sangue perché quella prevista non si sta realizzando, se si è dovuti ricorrere all’acquisto di unità di sangue da fuori Regione.
La Calabria non importava sangue dal 2004 e, anzi, era perfino riuscita a esportare unità di sangue a beneficio della compensazione nazionale negli ultimi anni.
L’acquisizione di unità di sangue da fuori Regione deve rimanere un’eccezionalità.
La Calabria, che ha il consumo di unità di sangue di gran lunga il più basso tra tutte le Regioni e, oggi, annovera oltre quaranta mila calabresi iscritti negli elenchi di donatori volontari di sangue, deve e può raccogliere il sangue necessario.
Serve, perciò, e in urgenza, un nuovo piano di raccolta sangue. Le Associazioni di Volontariato e i Trasfusionisti chiedono di essere messi nelle condizioni di poter operare. È necessario circoscrivere il tragico evento accaduto nell’Ospedale di Cosenza in conseguenza di un atto di medicina trasfusionale.
Uno di quegli eventi che non dovrebbero mai accadere ma che, purtroppo, si possono verificare in Calabria, come in Piemonte, come in Toscana. Anzi, in Calabria in percentuali molto inferiori. Sull’evento accaduto si accertino, se ci sono, responsabilità e di chi.
Ma il Servizio Trasfusionale di Cosenza deve ritornare alla normalità del lavoro ordinario mentre procedono gli interventi per gli adeguamenti previsti per l’accreditamento sotto la guida del Responsabile, scelto dalla Direzione aziendale, per i quali la scadenza è il 31 dicembre 2014.
È il Responsabile che deve decider se si deve limitare l’attività oppure di cosa v’è bisogno per continuare ad operare assicurando la sicurezza trasfusionale, come accade nella normale attività di qualunque Servizio Trasfusionale.”