Mafie: Viminale, 2012 omicidi in calo (68 contro 74 nel 2011)
Gli omicidi volontari commessi in Italia nell'ambito della criminalità organizzata sono diminuiti nel 2012 (68) rispetto al 2011 (74). Lo si evince dalla relazione del ministro dell'Interno Alfano al Parlamento sull'attività svolta dalla Dia. La triste classifica degli omicidi è guidata dalla camorra: 41 nel 2012 contro i 27 del 2011. La relazione evidenzia che nell'ambito della camorra "il ricorso alle uccisioni è divenuto consueto, soprattutto nelle dinamiche di scontro tra gruppi antagonisti". La Dia punta l'indice contro 'la faida di Scampià che si combatte nella zona settentrionale di Napoli e che va tuttora considerata "una delle principali criticità sotto il profilo della sicurezza pubblica".
Sulla mafia la relazione di Alfano al Parlamento ritiene che la leadership del latitante Matteo Messina Denaro, capo della mafia trapanese, sia "indiscussa". La Calabria si conferma, ancora una volta, la regione con il maggior numero di enti locali sciolti per infiltrazione mafiosa. Nell'ottobre 2012 il Consiglio dei Ministri ha addirittura sciolto il Consiglio comunale di Reggio Calabria. In Campania la camorra si afferma con l'uso della forza e "offrendo opportunità di guadagno nelle fasce più povere della popolazione in aree ad altissimo tasso di disoccupazione". I clan si presentano "come unica alternativa di riscatto o quale opportunità di 'lavoro'". Dal luglio 2012 la camorra è stata inserita dal Dipartimento del Tesoro Usa nella black list delle associazioni criminali più pericolose. L'interesse della camorra nella gestione dei rifiuti ha comportato "uno straordinario degrado ambientale con pesanti riflessi negativi sulla salute". I conflitti armati tra clan spiegano l'incremento significativo degli omicidi.
In Puglia spicca il confronto in atto tra i diversi clan presenti nella città di Bari. I gruppi criminali pugliesi sono gli interlocutori privilegiati delle consorterie albanesi, che hanno trasformato il canale d'Otranto in una via per i traffici di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana. La relazione conferma che camorra, mafia e 'ndrangheta sono penetrate anche nelle regioni del nord Italia e nel Lazio.
Gli italiani sono largamente in testa per quanto riguarda la delittuosità associativa: 76,9% nel secondo semestre 2012 contro il 15,7% degli extracomunitari e il 7,4% dei cittadini comunitari. Le organizzazioni criminali straniere hanno meno presa nella regioni meridionali, dove le associazioni mafiose sono storicamente più radicate.
Per quanto riguarda gli stranieri, i romeni guidano la classifica dei reati associativi (20,1% nel secondo semestre 2012). Seguono albanesi (15,3%), marocchini (8,2%), tunisini (7%), cinesi (6,5%) e nigeriani (4,7%). La criminalità organizzata albanese è soprattutto presente in Lombardia, Toscana, Campania e Lazio. La sfera d'azione della criminalità cinese sembra essere "pressochè limitata alle comunità di connazionali". Complessivamente nel secondo semestre 2012 la Dia ha proposto 49 misure di prevenzione personali e patrimoniali, di cui 18 per la criminalità calabrese. Sono stati eseguiti 60 arresti o fermi, di cui 2 latitanti. Tra sequestri e confische lo Stato ha ottenuto dalla criminalità organizzata nel secondo semestre 2012 beni per 694,7 milioni di euro.(AGI)