‘Ndrangheta: fermato dalla Polizia presunto boss clan Piromalli
Giovanni Copelli, 79enne di Gioia Tauro, è stato sottoposto dalla Squadra Mobile e dal locale Commissariato a fermo di indiziato di delitto emesso dalla DDA di Reggio Calabria.
L'uomo, cognato del boss deceduto Giuseppe Piromalli (classe 21, alias "don Peppino"), è indagato di associazione per delinquere di stampo mafioso e ritenuto dagli inquirenti soggetto di assoluto rilievo del potente clan Piromalli, proprio in virtù dei vincoli di parentela col vecchio capobastone. (AGI)
h 12:53 | Copelli, fermato su mandato della procura distrettuale Antimafia di Reggio Calabria con l'accusa di associazione mafiosa, è considerato il reggente del potente clan Piromalli di Gioia Tauro. Secondo quanto si è appreso, il blitz che ha portato alla sua cattura è scattato ieri sera intorno alle 20.30.
Copelli si trovava nella sua abitazione quando i poliziotti hanno fatto irruzione. Nella sua casa sono stati sequestrati 5.000 euro in contanti e documenti che sono al vaglio degli inquirenti. Copelli è stato condannato in via definitiva nel 1990.
h 14:14 | Ci sono le dichiarazioni rese alla DDA di Reggio Calabria da un nuovo collaboratore di giustizia, Antonio Russo, alla base dell'indagine condotta dalla Squadra Mobile reggina e dal Commissariato di Gioia Tauro che è culminata con il provvedimento di fermo a carico di Giovanni Copelli, 79enne indagato per associazione per delinquere di stampo mafioso e ritenuto presunto boss della cosca Piromalli, operante nella Piana di Gioia Tauro.
Gli agenti della squadra mobile reggina, diretti da primo Gennaro Semeraro, hanno svolto una complessa attività d' indagine volta a riscontrare le dichiarazioni accusatorie di Antonio Russo, il quale, seppure mai formalmente affiliato alla 'ndrangheta, ha dichiarato di avere avuto rapporti con i Piromalli e i Molè, una tempo federati, da più di vent'anni, conoscendone organigrammi, affari e dinamiche criminali. Secondo il collaboratore, fino all'uccisione di Rocco Molè, avvenuta il primo febbraio 2008, che segnò la fine di un sodalizio tra le due cosche durato cent'anni, la cittadina di Gioia Tauro era suddivisa secondo zone di influenza criminale, per cui i Piromalli esercitavano il controllo del porto di Gioia Tauro e i Molè invece riscuotevano le estorsioni sulla Nazionale 111. Copelli appartiene a una famiglia storicamente legata ai Piromalli ed è cognato del defunto boss Giusppe Piromalli, , indicato come "don Peppino". Sempre secondo le accuse di Antonio Russo, Copelli avrebbe in seno alla cosca Piromalli un ruolo apicale.
Secondo il collaboratore di giustizia, in occasione di lavori effettuati da una ditta di Reggio Calabria a Gioia Tauro, essendo il titolare della ditta a sua volta legato alla cosca reggina Ficara-Latella, nessuno si presentò sul cantiere per chiedere il pizzo, ma lo stesso Copelli in persona si sarebbe recato a Reggio Calabria per trattare direttamente con i Ficara-Latella i tempi e i modi del pagamento del dovuto, nella misura del 4 per cento dell'importo del capitolato, che in quel caso ammontava a oltre 500 mila euro. Segno, sempre secondo l'ipotesi accusatoria, non solo dello spessore criminale di Copelli, ma anche che resta confermata la legge non scritta secondo cui qualsiasi impresa, anche mafiosa o vicina ai mafiosi, quando effettua lavori su un determinato territorio deve necessariamente corrispondere una somma percentuale sull'importo del capitolato alla famiglia insediata su quel territorio. Infine, sempre grazie al racconto di Russo, è stato ricostruito un summit mafioso che si sarebbe tenuto nel 2001, a Gioia Tauro, organizzato in un capannone industriale di Copelli, nel corso del quale sarebbero state distribuite cariche all'interno del "locale" di 'ndrangheta gioiese e sarebbero stati svolti anche riti di affiliazione. (AGI)