Legambiente, nel Parco Nazionale della Sila non si applica lo sviluppo sostenibile
“Autorizzare la cosiddetta “moto-cavalcata” in pieno Parco è un oltraggio alla natura che non può essere giustificato da nessuna motivazione, né di tipo turistico, né tanto meno di carattere sportivo”, in questo modo Legambiente alza il tono della voce e protesta vibratamente contro l’Ente Parco della Sila che "da una parte promuove la candidatura del territorio in cui ricade a diventare “Riserva della Biosfera” per come prevede il Programma MaB (Man and the Biosphere), sostenuto dal Ministero dell’Ambiente, sotto l’egida assai prestigiosa, dell’Unesco e dall’altra permettere attività che nulla hanno a che fare con un Parco Naturalistico. Il Parco della Sila non è un Parco Divertimenti con giostre e montagne russe, ma un Parco Naturale per preservare la biodiversità e non danneggiarla. Altro che favorire il miglioramento della qualità della vita!
In particolare gli ambientalisti si riferiscono alla “moto-cavalcata” organizzata all’interno del Parco della Sila nella giornata di domenica 13 ottobre 2013. Ciò che ha lasciato allibiti i dirigenti del circolo silano di Legambiente, è come sia stato possibile autorizzare un evento che ha portato all’interno di un’area protetta di pregio come quella del Parco della Sila, una centinaio di appassionati di Quad che con i loro veicoli hanno prodotto un frastuono inconcepibile, un vero e proprio inquinamento acustico insopportabile, durato ininterrottamente per 10 ore, causando disturbo alla fauna selvatica oltre che vari problemi alla flora con sollevamento di terra e polvere indescrivibile.
Ciò che lascia sconcertati è che non vi era traccia da parte di nessuna istituzione e tutto si è svolto come se fosse “normalità”, tanto infrangere le regole nel territorio del Parco è diventato cosa abitudinaria: dalla presenza di fuoristrada in aree SIC, al pascolo incontrollato, dalla rimozione delle staccionate che circuivano le aree censite dallo stesso Parco come luoghi frequentati dalle Lontre, alle chiusure abusive di aree pubbliche con filo di ferro, dal campeggio arbitrario e incontrollato nel periodo di ferragosto, al taglio indiscriminato del bosco, per non parlare delle discariche abusive, gli incendi e le case di persone per bene date alle fiamme e tanto altro ancora, senza mai nessun tipo d’intervento che facesse prevalere la presenza dello Stato a difesa della legalità.
Un modo e una indifferenza istituzionale colpevole che mette a rischio la stessa convivenza civile e determina la sfiducia totale nelle istituzioni. Eppure i cittadini onesti e le associazioni vere continuano a segnalare e denunciare le illegalità per supportare il ruolo degli organi competenti a far rispettare le regole. Persino una denuncia formale depositata da più di un anno da Legambiente Sila, per evidenziare l’occupazione abusiva di un capanno per attività di birdwatching nei pressi dell’oasi del lago di Ariamacina, non ha prodotto intervento alcuno. Siamo in presenza di una mancanza di controllo sul territorio del Parco che preoccupa e non poco, per questo si deve agire subito per porre rimedio all’anarchia che si registra quotidianamente all’interno del Parco, aumentando i controllo e punendo chi infrange le regole. E’ davvero preoccupante tutto questo, sono segnali di debolezza istituzionale che non determinano quella consapevolezza collettiva che il rispetto della legalità migliora la convivenza civile.
Legambiente Sila si adopererà affinché tali situazioni diventino oggetto di discussione da parte dei cittadini, delle associazioni e soprattutto da parte delle istituzioni e degli organi deputati al controllo, al rispetto dei luoghi e delle nostre bellezze naturali come patrimonio di tutti."