Inchiesta “Toghe lucane bis”, 10 indagati rinviati a giudizio. Assolto il Pg Tufano

Catanzaro Cronaca

Sono stati tutti rinviati a giudizio, tranne uno salvato dalla prescrizione, gli indagati coinvolti nell'inchiesta "Toghe lucane bis", su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi, tra gli altri, da alcuni magistrati in servizio in Basilicata. Il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, Giovanna Mastroianni, ha accolto pienamente la richiesta del procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, cui si sono associati anche i difensori di parte civile. Il Gup ha quindi ha mandato a processo, che avrà inizio il 27 gennaio davanti al tribunale collegiale del capoluogo calabrese: il sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi; Angelo Morello, maresciallo della Guardia di Finanza; l'ex agente del Sisde Nicola Cervone, il sostituto procuratore generale di Potenza Modestino Roca, l'ex sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Claudia De Luca, ora in servizio in un'altra sede giudiziaria, i carabinieri Antonio Cristiano e Tino Roma, l'imprenditore Ugo Barchiesi, l'autista della Procura generale Marco D'Andrea e l'ispettore di Polizia Leonardo Campagna. Prosciolto dalle accuse a suo carico l'ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, ora a riposo, per il quale non c'è stata pronuncia nel merito essendo intervenuta la prescrizione.

Violazione della legge sulle associazioni segrete, associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, rivelazioni di segreto d'ufficio i reati contestati complessivamente ed a vario titolo nell'inchiesta coordinata dal procuratore Borrelli e dal sostituto Simona Rossi, il cui ufficio è competente per i procedimenti che riguardano i colleghi in servizio in Basilicata.

Le indagini hanno preso le mosse da un presunto complotto finalizzato a calunniare l'allora sostituto procuratore di Potenza Henry John Woodcock (oggi pm a Napoli), ed un poliziotto suo stretto collaboratore, accusandoli con lettere anonime indirizzate ai giornali ed agli uffici giudiziari di Potenza, spedite nel febbraio 2009, di una serie di fughe di notizie su inchieste coordinate dallo stesso pm, poi dimostratesi del tutto infondate. Gli scritti, in particolare, avrebbero avuto il fine di delegittimare Woodcock che, insieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla Procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalità lucana. (AGI)