Toghe lucane: interrogato sostituto procuratore generale di Potenza
E' durato oltre quattro ore l'interrogatorio del sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi, coinvolto con altri tre magistrati, un ex agente del Sisde ed ufficiali di polizia giudiziaria nell'inchiesta conosciuta come "Toghe Lucane bis", che è condotta dalla Procura di Catanzaro competente per le vicende che riguardano i colleghi in servizio a Potenza. Il lungo colloquio tra il pg ed i magistrati dell'ufficio catanzarese, secondo quanto si e' appreso, si e' svolto in un buon clima, nonostante la tensione registrata nei giorni scorsi quando lo stesso Bonomi ha denunciato al ministro della Giustizia, al Csm, alla Procura generale di Cassazione e alla Procura di Salerno i colleghi che gli hanno inviato l'avviso a comparire per l'interrogatorio. Bonomi, affiancato dagli avvocati Alberto ed Amedeo Barletta, e' stato sentito proprio da questi ultimi, il procuratore aggiunto del capoluogo calabrese, Giuseppe Borrelli, ed il sostituto procuratore Simona Rossi, titolari dell'inchiesta denominata "Toghe lucane bis", ed a loro ha risposto lungamente sulle contestazioni ipotizzate a suo carico negando qualsivoglia responsabilita' e ribadendo con decisone la correttezza del proprio operato. "Abbiamo depositato una corposa memoria ed il dottore Bonomi ha fornito dichiarazioni particolarmente ampie, con le quali ha chiarito la propria posizione - ha spiegato all'AGI l'avvocato Barletta -, correggendo opportunamente anche molte imprecisioni che sono emerse in questi giorni sulla stampa, ed anche e soprattutto perché il materiale investigativo raccolto in due anni di indagini e' tanto e complesso. Ora attendiamo molto fiduciosi gli sviluppi".
I magistrati catanzaresi, a questo punto, dovranno infatti valutare il contenuto delle dichiarazioni di Bonomi per tirare le somme del quadro investigativo costruito nei suoi confronti. Proseguiranno nei prossimi giorni, intanto, gli interrogatori di altri coindagati dell'inchiesta "Toghe Lucane bis", nella quale si ipotizzano, come lo stesso pg ha spiegato nei giorni scorsi con una propria nota, reati che complessivamente vanno dalla "dirigenza di due societa' segrete e di due associazioni a delinquere, alla corruzione in atti giudiziari, all'abuso di ufficio". Allo stato risultano coinvolti anche altri tre colleghi di Bonomi, l'ex procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano, ora a riposo, il sostituto procuratore generale Modestino Roca e l'ex sostituto procuratore della Repubblica Claudia De Luca (ora in servizio in un'altra sede giudiziaria), oltre all'ex agente del Sisde, Nicola Cervone, tre ufficiali di polizia giudiziaria, un imprenditore e un autista della Procura generale di Potenza. Domani, a Catanzaro, sara' sentita De Luca e nei prossimi giorni gli altri, fino alla prossima settimana quando sara' la volta di Tufano. Solo in seguito si conosceranno gli ulteriori sviluppi dell'indagine. Questa ha preso le mosse da un presunto complotto finalizzato a calunniare l'allora sostituto procuratore di Potenza Henry John Woodcock (oggi pm a Napoli), ed un poliziotto suo stretto collaboratore, accusandoli con lettere anonime indirizzate ai giornali ed agli uffici giudiziari di Potenza - spedite nel febbraio 2009, un periodo in cui, a Potenza, erano in corso forti contrasti tra magistrati della Procura -, di una serie di fughe di notizie su inchieste coordinate dallo stesso pm, poi dimostratesi del tutto infondate. Gli scritti, in particolare, avrebbero avuto il fine di delegittimare Woodcock che, insieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla Procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalita' lucana.