Toghe lucane: al via a Catanzaro udienza preliminare, 11 indagati
Ha preso il via oggi a Catanzaro l'udienza preliminare a carico degli undici indagati coinvolti nell'inchiesta "Toghe lucane bis", su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi, tra gli altri, da alcuni magistrati in servizio in Basilicata. Dopo i tre precedenti rinvii - l'udienza avrebbe dovuto iniziare a giugno -, il procedimento - informa l'Agi - si è aperto con le richieste di costituzione di parte civile, avanzate dai magistrati Alberto Iannuzzi, Vincenzo Montemurro, Annagloria Piccininni, Henry John Woodcock, e Giuseppe Galante, presentate nei confronti di specifici imputati.
I difensori di questi ultimi si sono opposti, ma il giudice dell'udienza preliminare ha accolto solo la richiesta degli avvocati Nicola Cantafora e Massimo Scuteri, non ammettendo la costituzione di Galante nei confronti dell'ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, ora a riposo. In aula, su richiesta dei difensori degli imputati e del procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, si è poi proceduto all'interrogatorio dell'imputato Angelo Morello, maresciallo della Guardia di Finanza, sentito fino al pomeriggio inoltrato.
Poi il rinvio dell'udienza al 21 marzo, quando sara' sentito un altro imputato, il sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi, e si decidera' quando effettuare l'altro interrogatorio chiesto oggi, quello dell'ex agente del Sisde, Nicola Cervone, imputato anch'egli. Gli altri che rischiano il processo, dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Catanzaro sono il sostituto procuratore generale di Potenza, Modestino Roca, l'ex sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Claudia De Luca, ora in servizio in un'altra sede giudiziaria, i carabinieri Antonio Cristiano e Tino Roma, l'imprenditore Ugo Barchiesi, l'autista della Procura generale Marco D'Andrea e l'ispettore di Polizia Leonardo Campagna.
Nel fascicolo dell'inchiesta sono contestati complessivamente ed a vario titolo reati che vanno dalla violazione della legge sulle associazioni segrete all'associazione a delinquere, alla corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, rivelazioni di segreto d'ufficio. L'inchiesta "Toghe lucane bis", coordinata dal procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro, Borrelli, e dal sostituto Simona Rossi - l'Ufficio è competente per i procedimenti che riguardano i colleghi in servizio in Basilicata -, ha preso le mosse da un presunto complotto finalizzato a calunniare l'allora sostituto procuratore di Potenza Henry John Woodcock (oggi pm a Napoli), ed un poliziotto suo stretto collaboratore, accusandoli con lettere anonime indirizzate ai giornali ed agli uffici giudiziari di Potenza - spedite nel febbraio 2009, un periodo in cui, a Potenza, erano in corso forti contrasti tra magistrati della Procura -, di una serie di fughe di notizie su inchieste coordinate dallo stesso pm, poi dimostratesi del tutto infondate.
Gli scritti, in particolare, avrebbero avuto il fine di delegittimare Woodcock che, insieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla Procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalità lucana.