Toghe Lucane bis: procura, confermare arresto ex agente Sisde

Calabria Cronaca

La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto al Tribunale del riesame di confermare l'emissione di una misura cautelare nei confronti di Nicola Cervone, ex agente del Sisde indagato nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta "Toghe Lucane bis", perché a suo carico esistono i gravi indizi di colpevolezza. Il pubblico ministero Simona Rossi ha insistito perché i giudici si pronuncino in tal senso, nel corso della nuova udienza che si è tenuta davanti al tribunale catanzarese dopo il rinvio degli atti dalla Cassazione. La difesa di Cervone - scrive l'Agi - ha invece sostenuto la totale mancanza di esigenze cautelari in capo all'indagato, chiedendo al tribunale di confermare la propria precedente decisione con cui già era stata annullata la custodia cautelare per l'uomo. Cervone era stato arrestato il 30 novembre 2010 in esecuzione di un'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, e del sostituto Simona Rossi, titolari dell'inchiesta "Toghe lucane bis".

In seguito il tribunale del riesame aveva revocato la custodia cautelare in carcere a carico dell'uomo, ma la Procura aveva proposto ricorso alla Corte di cassazione. Il Giudice supremo, infine, lo scorso giugno ha accolto il ricorso della pubblica accusa, annullando la decisione del Riesame di Catanzaro presieduto dal giudice Pietro Scuteri (a latere Giuseppe Perri e Sergio Natale), e rinviando gli atti al collegio catanzarese per un nuovo provvedimento, che tenga conto delle valutazioni della Suprema corte. Il collegio catanzarese (presieduto ancora dal giudice Scuteri) si è riservato la decisione, prevista nei prossimi giorni. Nell'inchiesta, condotta dagli investigatori della Polizia di Stato, sono contestati, complessivamente, la violazione della legge sulle associazioni segrete, l'associazione a delinquere, la corruzione in atti giudiziari, l'abuso di ufficio.

"Toghe lucane bis" ha preso le mosse da un presunto complotto finalizzato a calunniare l'allora sostituto procuratore di Potenza Henry John Woodcock (oggi pm a Napoli), ed un poliziotto suo stretto collaboratore, accusandoli con lettere anonime indirizzate ai giornali ed agli uffici giudiziari di Potenza - spedite nel febbraio 2009, un periodo in cui, a Potenza, erano in corso forti contrasti tra magistrati della Procura -, di una serie di fughe di notizie su inchieste coordinate dallo stesso pm, poi dimostratesi del tutto infondate. Gli scritti, in particolare, avrebbero avuto il fine di delegittimare Woodcock che, insieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla Procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalità lucana, e secondo l'accusa proprio l'ex agente del Sisde, Cervone, sarebbe l'autore delle lettere anonime, inviate materialmente da un agente di polizia in servizio nel commissariato di Cerignola (Foggia), Leonardo Campagna. Proprio in una conversazione con quest'ultimo Cervone, a proposito delle lettere dice che "siccome stanno succedendo problemi all'interno della Procura di Potenza, ci sono dei miei amici magistrati che avevano bisogno, dovevano far sì che queste cose venissero fuori, bisognava indagare su quest'attività'".

A fine dicembre è stato emesso un avviso di conclusione indagini nei confronti dei 13 indagati di "Toghe Lucane bis", che oltre a Cervone e Campagna sono l'ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, ora a riposo, il sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi, l'ex sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Claudia De Luca, il sostituto procuratore generale di Potenza Modestino Roca, l'ex capo della Squadra mobile di Potenza, Luisa Fasano, i carabinieri Antonio Cristiano e Tino Roma, il maresciallo della Guardia di Finanza Angelo Morello, l'imprenditore Ugo Barchiesi, l'ex colonnello dei carabinieri, Pietro Gentili, l'autista della Procura generale Marco D'Andrea. Da un giorno all'altro si attendono le prossime determinazioni dell'Ufficio di procura con richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione.