Toghe Lucane: difetto notifica fa slittare avvio processo bis
È slittato, a causa di difetti nelle notifiche, l'avvio del processo a carico degli imputati coinvolti nell'inchiesta "Toghe lucane bis", su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi, tra gli altri, da alcuni magistrati in servizio in Basilicata.
Oggi, dunque, il tribunale collegiale di Catanzaro - competente per i procedimenti riguardanti i magistrati in servizio in Basilicata -, preso atto del problema formale verificatosi, ha rinviato l'inizio del processo al 9 maggio prossimo.
Dopo il rinvio a giudizio, decretato il 25 ottobre scorso, sul banco degli imputati siedono il sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi; Angelo Morello, maresciallo della Guardia di Finanza; l'ex agente del Sisde, Nicola Cervone; il sostituto procuratore generale di Potenza, Modestino Roca; l'ex sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Claudia De Luca, ora in servizio in un'altra sede giudiziaria; i carabinieri Antonio Cristiano e Tino Roma, l'imprenditore Ugo Barchiesi; l'autista della Procura generale Marco D'Andrea e l'ispettore di Polizia Leonardo Campagna. Parti civili sono invece i magistrati Alberto Iannuzzi, Vincenzo Montemurro, Annagloria Piccininni, Henry John Woodcock, e Giuseppe Galante, costituiti nei confronti di specifici imputati.
Violazione della legge sulle associazioni segrete, associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, rivelazioni di segreto d'ufficio i reati contestati complessivamente ed a vario titolo nell'inchiesta "Toghe lucane bis", coordinata dal procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Simona Rossi - l'Ufficio è competente per i procedimenti che riguardano i colleghi in servizio in Basilicata -.
Le indagini hanno preso le mosse da un presunto complotto finalizzato a calunniare l'allora sostituto procuratore di Potenza Henry John Woodcock (oggi pm a Napoli), ed un poliziotto suo stretto collaboratore, accusandoli con lettere anonime indirizzate ai giornali ed agli uffici giudiziari di Potenza - spedite nel febbraio 2009, un periodo in cui, a Potenza, erano in corso forti contrasti tra magistrati della Procura -, di una serie di fughe di notizie su inchieste coordinate dallo stesso pm, poi dimostratesi del tutto infondate.
Gli scritti, in particolare, avrebbero avuto il fine di delegittimare Woodcock che, insieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla Procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalità lucana. (AGI)