Toghe lucane bis: requisitoria pm, a giudizio gli indagati
Si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio la lunga requisitoria del pubblico ministero nell'ambito dell'udienza preliminare a carico degli undici indagati coinvolti nell'inchiesta "Toghe lucane bis", su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi, tra gli altri, da alcuni magistrati in servizio in Basilicata. Associandosi al pm, anche i difensori di parte civile - sono costituiti i magistrati Alberto Iannuzzi, Vincenzo Montemurro, Annagloria Piccininni, Henry John Woodcock, e Giuseppe Galante, nei confronti di specifici imputati - hanno insistito perchè gli indagati vengano mandati sotto processo. Dopo le prime arringhe dei difensori (hanno discusso gli avvocati Nicola Cantafora e Massimo Scuteri), che hanno chiesto il proscioglimento dei propri assistiti, il giudice dell'udienza preliminare ha rinviato al 25 ottobre, come da calendario prestabilito alla scorsa udienza.
Rischiano il processo, in particolare, l'ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, ora a riposo; il sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi; Angelo Morello, maresciallo della Guardia di Finanza; l'ex agente del Sisde, Nicola Cervone, il sostituto procuratore generale di Potenza, Modestino Roca, l'ex sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Claudia De Luca, ora in servizio in un'altra sede giudiziaria, i carabinieri Antonio Cristiano e Tino Roma, l'imprenditore Ugo Barchiesi, l'autista della procura generale Marco D'Andrea e l'ispettore di polizia Leonardo Campagna. Nel fascicolo dell'inchiesta sono contestati complessivamente ed a vario titolo reati che vanno dalla violazione della legge sulle associazioni segrete all'associazione a delinquere, alla corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, rivelazioni di segreto d'ufficio.
L'inchiesta "Toghe lucane bis", coordinata dal procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Simona Rossi - l'ufficio è competente per i procedimenti che riguardano i colleghi in servizio in Basilicata - ha preso le mosse da un presunto complotto finalizzato a calunniare l'allora sostituto procuratore di Potenza Henry John Woodcock (oggi pm a Napoli), ed un poliziotto suo stretto collaboratore, accusandoli con lettere anonime indirizzate ai giornali ed agli uffici giudiziari di Potenza - spedite nel febbraio 2009, un periodo in cui, a Potenza, erano in corso forti contrasti tra magistrati della Procura - di una serie di fughe di notizie su inchieste coordinate dallo stesso pm, poi dimostratesi del tutto infondate. Gli scritti, in particolare, avrebbero avuto il fine di delegittimare Woodcock che, insieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalità lucana. (AGI)