Toghe lucane bis: acquisite dichiarazioni sostituto pg Potenza
È stata una lunga udienza dedicata ad acquisire le dichiarazioni del sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi, quella di oggi nel procedimento a carico degli undici indagati coinvolti nell'inchiesta "Toghe lucane bis", su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi, tra gli altri, da alcuni magistrati in servizio in Basilicata. Il magistrato, per circa un'ora e mezza, ha rilasciato spontanee dichiarazioni, prima che si svolgesse il suo interrogatorio formale, richiesto tanto dall'accusa che dalla difesa, ricostruendo la propria versione delle vicende oggetto del procedimento.
Poi il gup ha rinviato all'udienza del 4 ottobre, quando sono previste la requisitoria del procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, le discussioni dei difensori di parte civile - sono costituiti i magistrati Alberto Iannuzzi, Vincenzo Montemurro, Annagloria Piccininni, Henry John Woodcock, e Giuseppe Galante, nei confronti di specifici imputati -, e le prime arringhe dei difensori degli imputati. Poi, il 25 ottobre, dovrebbero tenersi le ultime arringhe della difesa prima della decisione del giudice. Gli accusati, oltre a Bonomi, sono l'ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, ora a riposo; Angelo Morello, maresciallo della Guardia di Finanza; l'ex agente del Sisde, Nicola Cervone, il sostituto procuratore generale di Potenza, Modestino Roca, l'ex sostituto procuratore della Repubblica di Potenza Claudia De Luca, ora in servizio in un'altra sede giudiziaria, i carabinieri Antonio Cristiano e Tino Roma, l'imprenditore Ugo Barchiesi, l'autista della Procura generale Marco D'Andrea e l'ispettore di Polizia Leonardo Campagna.
Nell'inchiesta sono contestati complessivamente e a vario titolo reati che vanno dalla violazione della legge sulle associazioni segrete all'associazione a delinquere, alla corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, rivelazioni di segreto d'ufficio. L'inchiesta "Toghe lucane bis", coordinata dal procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro, Borrelli, e dal sostituto Simona Rossi - l'Ufficio è competente per i procedimenti che riguardano i colleghi in servizio in Basilicata -, ha preso le mosse da un presunto complotto finalizzato a calunniare l'allora sostituto procuratore di Potenza Henry John Woodcock (oggi pm a Napoli), e un poliziotto suo stretto collaboratore, accusandoli con lettere anonime indirizzate ai giornali e agli uffici giudiziari di Potenza - spedite nel febbraio 2009, un periodo in cui, a Potenza, erano in corso forti contrasti tra magistrati della Procura -, di una serie di fughe di notizie su inchieste coordinate dallo stesso pm, poi dimostratesi del tutto infondate. Gli scritti, in particolare, avrebbero avuto il fine di delegittimare Woodcock che, assieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla Procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalità lucana. (AGI)