Toghe lucane: richiesta archiviazione, a giorni decisione Gip
Sono terminate oggi le discussioni dei difensori delle trenta persone indagate nell'inchiesta "Toghe Lucane", mirata a svelare un presunto comitato d'affari che avrebbe operato in Basilicata, per le quali si e' tenuta una lunga udienza in camera di consiglio per decidere dell'opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei loro confronti. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, alla fine delle arringhe (tra gli avvocati che hanno parlato Nicola Marcella, Nunzio Raimondi, Fabio Viglione, Porcari, Giancarlo Pittelli, Angela Pignatari, Liccione) si e' riservata, e rendera' nota la propria decisione nei prossimi giorni. L'inchiesta "Toghe lucane" e' stata avviata dall'allora sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris. Il caso ha coinvolto politici, imprenditori, rappresentanti delle forze dell'ordine, e magistrati in servizio in Basilicata - motivo per cui la competenza ad operare e' dell'autorita' giudiziaria di Catanzaro -. Dopo il trasferimento di de Magistris dalla Calabria, e' stato il collega Vincenzo Capomolla, erede del fascicolo, a presentare nel luglio 2009 una richiesta di archiviazione per quasi tutti i 33 indagati che il primo aveva citato nell'avviso di conclusione indagini contestando loro una serie di reati. A questa richiesta di archiviazione si sono opposte alcune delle parti offese citate nel procedimento, ed in particolare Giuseppe Galante, gia' procuratore della Repubblica di Potenza, Alberto Iannuzzi, gia' gip al tribunale di Potenza, Michele Zito e Nicola Picenna. Per loro, ed i rispettivi difensori, questa inchiesta e le accuse che ne sono scaturite non devono essere archiviate, e per questo chiedono al giudice Di Girolamo di far proseguire le indagini. L'opposizione all'archiviazione e' stata presentata nei confronti di 30 degli originari 33 indagati che comparivano nell'avviso di conclusione indagini sottoscritto da de Magistris, e per i quali e' in seguito intervenuta una richiesta di archiviazione. Tra i nomi eccellenti compaiono quelli di diversi magistrati e politici, tra cui Vincenzo Tufano, procuratore generale presso la Corte di appello di Potenza; Gaetano Bonomi, sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Potenza; Felicia Genovese, gia' sostituto procuratore presso la Dda di Potenza, ora giudice al Tribunale di Roma a seguito di una decisione del Csm emessa per via dell'inchiesta; Giuseppe Chieco, procuratore della Repubblica di Matera; Iside Granese, gia' presidente del tribunale di Matera; Emilio Nicola Buccico, avvocato, gia' componente del Csm, e poi sindaco di Matera; Filippo Bubbico, parlamentare, gia' sottosegretario allo Sviluppo economico con il Governo Prodi, presidente della Regione Basilicata; Vito De Filippo, presidente della Giunta regionale della Basilicata.