Lamezia Terme: svolta la prima giornata della Festa Nazionale di Avviso Pubblico
Ieri, venerdì 25 ottobre, in Calabria, a Lamezia Terme (CZ), presso l’auditorium del Liceo Tommaso Campanella, si è svolto il primo incontro della Festa nazionale di Avviso Pubblico, intitolata “amministratori sotto tiro. La buona politica contro le mafie”.
Ad aprire i lavori della Festa è stato il video messaggio del Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Marco Rossi Doria, il quale ha affermato: “Stiamo stanziando fondi per la ricerca, le scuole e le università, ma l’istruzione da sola non basta. Servono nuove classi dirigenti, soprattutto al Sud, serve la buona politica”.
A seguire Damiano Tommasi, Presidente Associazione Italiana Calciatori, ha dichiarato: “Noi stiamo cercando di dare forza alla coscienza delle persone. Bisogna dire di no perché la forza morale di ognuno di noi è la vera arma contro la criminalità organizzata. Avviso Pubblico lo sta cercando di fare attraverso le amministrazioni locali e noi lo stiamo provando a fare con i giocatori, utilizzando la loro capacità mediatica per sostenere buoni progetti; ed insieme lo abbiamo fatto organizzando dei Camp estivi con i ragazzi per promuovere la cultura della legalità nel calcio: perché attraverso lo sport è più facile trasmettere alcuni messaggi”. Poi un messaggio lo ha rivolto ai giovani: “Voi dovete portare il vostro contributo e avere la speranza: dovete pensare che il vostro futuro può essere migliore del vostro presente”.
L’evento, intitolato “Le regole del gioco, il gioco delle regole. Scuola, sport e cultura della legalità”, ha visto anche la partecipazione di Don Giacomo Panizza, fondatore di Progetto Sud, comunità attiva da oltre trent’anni a sostegno di persone disabili e tossicodipendenti. Panizza ha affermato: “Il lavoro sociale è vivere per costruire qualcosa insieme e riflettere sulle cose che facciamo per poterle migliorare continuamente. I giovani possono fare tantissime belle cose, basta averne la voglia. Non bisogna solo saper vincere o perdere, è necessario soprattutto mettersi in gioco”.
A seguire è stata proiettata la video intervista di Niccolò Campriani, Campione olimpico di tiro a segno, il quale ha dichiarato: “Essere campioni è leggermente diverso dal saper vincere. Bisogna saper analizzare le sconfitte, saper perdere: la vera sconfitta è non imparare niente dalla stessa”. Poi un messaggio lo ha rivolto ai politici: “Devono avvicinarsi di più alle nuove generazioni, investire sull’istruzione e tornare a puntare sul merito e sui giovani”. E infine ai ragazzi: “Puntate su voi stessi e investite sul vostro futuro e soprattutto prendete sempre delle scelte”.
Poi la testimonianza di Rocco Mangiardi, commerciante che ha denunciato il racket, il quale ha affermato: “Bisogna mettere sulla bilancia la paura e la dignità e a quel punto troveremo il coraggio. Io ho denunciato una cosca che mi chiedeva 1.200 euro di pizzo al mese e da quel giorno ho vinto le Olimpiadi della mia vita. Noi possediamo tre armi bellissime: la denuncia, la cultura e il voto. Sono tre armi micidiali che non uccidono ma che anzi, se usate bene, fanno eclissare. Dobbiamo usarle perchè è dicendo di no che si può creare una comunità migliore”. “In Calabria qualcosa di bello e di nuovo sta fiorendo – ha continuato Mangiardi – sta crescendo la consapevolezza che non possiamo vivere nella paura. Sono i mafiosi che hanno paura, sono loro che si nascondono e vivono di ombre e violenza e sono loro che se ne devono andare”.
A chiudere il dibattito è stato Luca Ritorto, Dirigente A.S.D. “Scuola Etica e Libera di Educazione allo Sport” di Gioiosa Ionica, il quale ha dichiarato: “Noi con il nostro progetto abbiamo voluto portare l’etica nello sport attraverso percorsi educativi sulla legalità e le regole, non solo in campo ma in tutti gli ambiti della vita. Un modello alternativo che è stato anche condiviso da alcune realtà del Nord, come l’Aurora Desio”.
Nel pomeriggio, presso la biblioteca comunale di Palazzo Nicotera, si è tenuto il secondo incontro della giornata, dal titolo “Prevenire e contrastare mafie e corruzione. Quali risultati dall’applicazione del codice antimafia e della legge 190/2012?”.
Ad aprire il dibattito sull’applicazione del codice è stato Alberto Vannucci, docente dell’Università di Pisa ed esperto di corruzione, il quale ha affermato: “Le politiche anticorruzione scontano difficoltà nella loro gestione e applicazione. Nella legge 190/2012 ci sono sicuramente alcuni elementi innovativi e per la prima volta, a distanza di vent’anni, lo Stato si è fatto carico di un tema che era stato completamente rimosso dall’agenda politica ma la parte penale della legge va riformata. Lo spacchettamento del reato di concussione, così come affermato anche dalla Cassazione, è in alcuni punti contraddittorio, e non solo, l’impianto rischia anche di burocratizzare la politica anticorruzione”
Andrea Campinoti, Presidente di Avviso Pubblico, ha dichiarato: “Avviso Pubblico da subito ha espresso criticità sul ricorso alla legge delega per redigere e approvare il Codice Antimafia. Bisogna migliorare la legge sui Comuni sciolti per mafia e quella sui beni confiscati, bisogna garantire sicurezza agli amministratori e ai Sindaci in prima linea. Le Istituzioni devono riconoscere loro questo impegno. Bisogna quindi migliorare le leggi per sottrarre consenso sociale alle mafie e la politica deve essere da esempio, perchè non ci sarà mai una rinascita del nostro Paese se non ci sarà un rafforzamento della responsabilità civile ed etica”.
A seguire, l’On. Marco Minniti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha affermato: “La legge anticorruzione va migliorata ma è già un traguardo averla fatta. Sulla lotta alle mafie e alla corruzione si gioca la credibilità del nostro Paese, noi questa battaglia la vinceremo”. “Lo Stato deve avere un altro strumento prima dello scioglimento di un consiglio comunale, – ha continuato Minniti - e deve consentire ai Sindaci di avere gli strumenti necessari per affrontare determinate situazioni. Lo scioglimento deve essere l’ultima ratio. Vorrei che si creasse un rapporto positivo tra il Governo e Avviso Pubblico per dare una spinta al miglioramento”.
Poi Carlo Borgomeo, Presidente “Fondazione con il Sud”, ha dichiarato: “Tagliare sui servizi sociali alimenta le mafie. Le norme di gestione delle aziende confiscate sono troppo lunghi e complicati. Ai beni e aziende confiscati va applicata una gestione imprenditoriale e i soldi confiscati devono essere utilizzati per far funzionare questi beni: se vogliamo veramente vincere questa battaglia dobbiamo impostare la cosa in modo diverso”.
Il dibattito si è concluso con l’intervento di Luciano Silvestri, Responsabile nazionale settore Legalità e Sicurezza Cgil, il quale ha affermato: “Oggi finalmente in Parlamento c’è una legge di iniziativa popolare per modificare la legge sulle aziende confiscate ma mancano ancora dati approfonditi sulle aziende stesse. Sono in tutto 1.708, con oltre 80 mila lavoratori dipendenti, ma circa il 90% di esse fallisce. Non possiamo perdere questo anello fondamentale. Gli amministratori giudiziari hanno un approccio da curatori fallimentari e questo non funziona. Lo Stato deve ritrovare la via virtuosa a partire da una modifica legislativa”.