Associazione a delinquere ed estorsioni, blitz antimafia nel cosentino: cinque fermi

Cosenza Cronaca

È in corso, dalle prime ore di oggi, una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza e del Ros, denominata operazione Vulpes, che stanno eseguendo dei provvedimenti di fermo, emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di cinque persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto illegale di armi, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena.

I provvedimenti, emessi sulla scorta delle indagini coordinate dal Procuratore Lombardo, dal Procuratore Aggiunto Borrelli e dai Sostituti Procuratori Luberto e Bruni e condotte dal Reparto Operativo e dal ROS, riguardano attività avviate nel 2009 che avrebbero consentito di ricostruire l’organigramma della cosca “Lanzino”, operante a Cosenza e provincia, capeggiata dall’allora latitante, Ettore Lanzino, catturato a rende il 16 novembre del 2012, insieme a due favoreggiatori, Umberto Di Puppo e Renato Mazzulla, quest’ultimo indicato dagli inquirenti come il “vivandiere” del latitante.

Successivamente all’arresto di Lanzino, le indagini sono state incentrate sull’identificazione dei sodali che avevano protetto e garantito la sua latitanza “nonché sulla endemica operatività criminale della cosca – affermano gli investigatori - finalizzata allo sfruttamento delle risorse economiche del territorio mediante la sistematica perpetrazione di estorsioni in danno di imprenditori”.

L’attività avrebbe permesso di documentare numerosi episodi estorsivi, consumati e tentati, nonché alcuni danneggiamenti seguiti da incendio, effettuati nello stesso contesto ed a scopo intimidatorio in danno di operatori economici. I particolari dell’operazione saranno resi noti alle 10.30 nel corso di una conferenza stampa presso il Comando Provinciale dei Carabinieri.

h14:50| I fermati dell'Operazione "Vulpes", sono Adolfo D'Ambrosio, 46 anni, presunto reggente del clan Lanzino, Francesco Costabile, 48 anni, Alberto Superbo, 36 anni, e Mario Potestio, 53 anni. Quest'ultimo e' il fratello del capogabinetto del Comune di Cosenza, Carmine Potestio. Una quinta persona e' al momento ricercata. Diversi gli episodi estorsivi ricostruiti. "Se mangi da solo t'affoghi" dice Francesco Costabile, uno dei fermati, in una telefonata minatoria intercettata di cui era destinatario un costruttore edile di Rende. Costabile parla in dialetto cosentino. "C'e' un buon amico che oggi ha intenzione di darvi buoni consigli", dice Costabile. "Cosi' evitiamo anche di fare danni al cantiere", dice ancora il fermato. Il costruttore vessato non ha sporto denuncia.

"Siamo contenti perche', con un numero limitato di fermi, crediamo di aver smantellato la struttura del clan Lanzino che si occupava di estorsioni" ha detto Giuseppe Borrelli, Procuratore Aggiunto della DDA di Catanzaro nel corso di una conferenza stampa "I commercianti possono stare un po' piu' tranquilli. Ma i vuoti vengono presto colmati - ha detto Borrelli - e quindi servirebbe una collaborazione dei commercianti vessati che invece non c'e'. Si preferisce pagare" . Un aspetto evidenziato anche dal colonnello Giuseppe Brancati, comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza: "L'importante sarebbe che a queste nostre azioni seguisse a una reazione della societa' civile". Alla conferenza stampa ha assistito, in disparte, anche il sostituto procuratore della DDA di Catanzaro Pierpaolo Bruni. (AGI)