Pugliese-Ciaccio, Costanzo: pronto soccorso tra ansia e stress
“Lo abbiamo scritto diverse volte e lo percepiscono a pelle anche i pazienti; ora le nostre sensazioni e quelle esterne sono state puntualmente confermate. Al Pronto Soccorso dell’Azienda “Pugliese-Ciaccio” esiste uno stress eccessivo che produce, nella maggior parte dei dipendenti che vi lavorano, evidenti segnali di “nervosismo, irrequietezza, ansia, mal di testa e senso di affaticamento”. – Lo fa notare in un comunicato stampa il Consigliere comunale di Catanzaro, Sergio Costanzo - Tutto questo emerge da una indagine approfondita per la valutazione dello stress da lavoro correlato effettuata dal responsabile del preposto Servizio, condotta attraverso 12 sopralluoghi presso i locali del Pronto Soccorso, da alcune interviste dirette a medici e infermieri e attraverso la somministrazione di un questionario del benessere organizzativo a tutto il personale interessato, procedura portata a termine su base volontaria dall’U.O. di Psicologia del Lavoro.
Il documento - continua Costanzo - evidenzia diverse criticità, alcune delle quali non di poco conto. “Appare critica l’accoglienza, l’attesa pazienti e dei relativi accompagnatori”, ma soprattutto “la gestione di più codici rossi contemporanei” e il monitoraggio “di altri pazienti che potrebbero diventare rossi a causa dell’ubicazione dell’attesa non a vista”. La dotazione organica è “assolutamente sottodimensionata al bisogno attuale” e la sicurezza degli operatori non è garantita. Alcuni episodi dei mesi scorsi lo hanno ampiamente provato. Nonostante ciò, bisogna riconoscere che diversi operatori (medici, infermieri e Oss), operano “con estrema dedizione e che la Unità Operativa riesce a reggere bene l’impatto con gli utenti”.
Le informazioni raccolte attraverso il questionario - si legge ancora nella nota - sono state elaborate - come abbiamo detto - dall’U.O. di Psicologia. Per ciò che concerne l’Area Organizzativa sono state rilevate “note di criticità nell’efficienza organizzativa, dove la percezione è che gli obiettivi, i ruoli e i compiti all’interno dell’Organizzazione non sono chiari e precisi e che la stessa organizzazione non riesce a trovare soluzioni adeguate ai problemi, con conseguente insoddisfazione e sfiducia degli operatori”. Note di evidente criticità sono state altresì riscontrate nell’ Area cosiddetta relazionale, relativamente alla gestione delle conflittualità.
Il personale non si sente coinvolto nelle decisioni che riguardano il proprio lavoro e i cambiamenti gestionali ed organizzativi o non vengono comunicati o non vengono prese in considerazione le varie richieste. La terza area, detta strutturale, presenta un deficit a livello dello spazio disponibile e dei servizi igienici, mentre emergono positività nei settori della temperatura ambientale, della luminosità e della pulizia.
Sottolineata, altresì, nel documento - continua Costanzo - la percezione di “mancanza di equità di trattamento all’interno dell’U.O., nel senso che l’impegno del lavoro e le iniziative personali non sono apprezzate, né con riconoscimenti economici, né con visibilità sociale”. Gli incentivi economici aziendali non sarebbero quindi distribuiti in base all’efficacia e alla complessità delle prestazioni. Emerge, inoltre, scarsa capacità di valorizzazione verso il personale, tanto da fare ipotizzare a molti dipendenti l’idea di cambiare ambiente di lavoro. Insomma, tutti vogliono andarsene perché l’ambiente e gli emolumenti non rispondono alle loro aspettative.
È una relazione oculata - si legge infine - che dovrebbe produrre immediati cambiamenti. In tal senso confidiamo nella lunga esperienza nei relativi settori dei nuovi collaboratori del direttore generale: il direttore amministrativo e il direttore sanitario. Dobbiamo infine doverosamente fare presente che quanto riscontrato riguardo al personale non si discosta dalla letteratura ufficiale, relativamente ai reparti ad alto rischio clinico come il Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza, nei quali la specifica attività espletata su pazienti gravi comporta eccesso di stress difficilmente riscontrabile in altri reparti ospedalieri.”