Centrale del Mercure: Cgil-Cisl-Uil si riuniscono a Castrovillari
"Per l'ennesima volta nel corso degli ultimi anni un ricorso giudiziario potrebbe fermare l'attività della centrale del Mercure. È fissata per il 21 gennaio l'udienza del consiglio di stato che dovrà esprimersi, infatti, sulla bontà dell'iter autorizzativo che ha portato nel dicembre del 2012 la regione Calabria ad autorizzare l'esercizio della centrale e che é stato, recentemente, ritenuto illegittimo dal Tar Calabria".
E' quanto scrivono in una nota congiunta Cgi, Cisl e Uil.
"Ancora una volta - continua la nota - un impianto industriale ecocompatibile ed incentivato dalla comunità europea potrebbe essere fermato perché chi doveva essere garante della procedura autorizzativa non avrebbe rispettato i termini della stessa e non perché la centrale viene giudicata dannosa per la salute pubblica o incompatibile con l'ambiente".
In un Paese democratico ció é inaccettabile e lo é ancor di piú nel nostro territorio tanto bisognoso di lavoro ed investimenti e martoriato da tassi di disoccupazione ben piú elevati della media nazionale. La lentezza della burocrazia e gli eventuali errori commessi in fase autorizzativa, vista la compatibilità ambientale della centrale certificata da questi mesi di funzionamento, non possono aver la meglio su lavoro, sviluppo e crescita. Non puó condannarsi alla fame un intero territorio e centinaia di famiglie per un sistema che non funziona come dovrebbe e accumula autorizzazioni a cancellazioni delle stesse per vizi di forma o procedurali e che perció produce disoccupazione e licenziamenti.
Queste ragioni sosterremo con forza nell' incontro presso il ministero dello sviluppo economico del 14 gennaio dove, dopo un percorso lungo mesi, ed a seguito di un già sottoscritto documento d'intenti, le regioni calabria e basilicata, il parco del pollino, il sindacato, le istituzioni locali ed enel dovranno sottoscrivere l'accordo utile alla definitiva ripartenza della centrale. Il sindacato ritiene che sia arrivato il momento della responsabilità e che i vari attori chiamati ad assumere decisioni dovranno dimostrare l'autorevolezza che il loro ruolo impone perché ritardi o ripensamenti non sarebbero capiti, giustificati e tollerati.
In mancanza di positivo esito dell' incontro ministeriale e di una definitiva ricomposizione giuridica della vicenda chiederemo, per come deciso nella riunione unitaria tenutosi ieri presso la sede della Cgil di Castrovillari ed a seguito del già richiesto incontro ai Presidenti delle Regioni Calabria e Basilicata, alla presidenza del consiglio dei ministri di intervenire direttamente garantendo l'operatività dell'impianto nelle more della risoluzione dei problemi burocratici senza escludere, però, momenti di lotta e manifestazione, come già fatto nelle scorse settimane per i precari calabresi, attraverso cui affermare il diritto al lavoro ed allo sviluppo e perché in un momento di drammatica crisi economica e sociale la Calabria non puó permettersi di rinunciare a centinaia di posti di lavoro a causa di inadempienze ed inefficienze burocratiche contro cui i lavoratori ed il sindacato combatteranno in ogni sede e con ogni mezzo".