Boss evaso: trovata auto della fuga, sotto interrogatorio i parenti
È stata ritrovata ieri sera sul tardi, dai carabinieri, l'auto usata dal commando armato che nel pomeriggio ha fatto evadere l'ergastolano Domenico Cutrì, davanti alla sezione distaccata del tribunale di Busto Arsizio, a Gallarate, in provincia di Varese, dove il fuggitivo avrebbe dovuto partecipare a un processo per emissione di assegni falsi. Secondo quanto si apprende la Citroen C3, usata dal commando, è stata abbandonata dalla madre dell'evaso, in una strada vicino all'ospedale di Magenta.
Era stata infatti la donna a portare in quell'ospedale, il figlio Antonio, rimasto gravemente ferito nello scontro con gli agenti nel tentativo di liberare Domenico. Antonio è morto poco dopo l'arrivo nel nosocomio. L'auto usata dai malviventi era stata frutto di una rapina portata a termine ieri mattina in provincia di Milano. Le ricerche dei fuggitivi sono estese a tutta Italia.
Il chiodo fisso di Antonino, fratello di Domenico Cutrì, era quello di farlo evadere. È quanto è emerso dagli interrogatori svolti dagli inquirenti questa notte alla mamma dell'evaso che, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe raccontato di questo pensiero fisso del figlio, che è sempre, tuttavia, stato osteggiato dalla mamma che ha pure raccontato agli inquirenti che, a lei, sembrava che Antonino si fosse dissuaso di mettere in atto questa operazione.
Le indagini sono condotte dal sostituto procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Raffaella Zappatini, che questa notte, insieme ai Carabinieri, ha sentito la madre dell'evaso la sorella Laura, il fidanzato della stessa e la fidanzata del fratello più piccolo del Cutrì, Daniele, che non si trova. Secondo i familiari Daniele sarebbe partito domenica sera per Napoli. Le indagini e le ricerche proseguono in tutta Italia e si stanno approfondendo eventuali legami con la 'ndrangheta.
Il padre di Domenico Cutrì è in Calabria ed era atteso ieri con un volo su Malpensa, ma non è arrivato. Gli inquirenti confermano poi che la macchina con la quale sono fuggiti i membri del commando che ieri a Gallarate ha fatto evadere Cutrì, una Citroen C3, è stata lasciata nei pressi dell'ospedale di Magenta dove è stato portato il fratello Antonino in fin di vita e dove poi è morto. Secondo il racconto della madre ieri uno sconosciuto le ha citofonato dicendole di correre perché il figlio stava male, lei è scesa e si è messa alla guida dell'auto e si è diretta all'ospedale di Magenta dove è entrata col figlio in fin di vita e ha lasciato l'auto aperta, a sua detta, all'interno del Pronto Soccorso.
Questa auto e un'altra, una Nissan ritrovata sul luogo dell'agguato usata per la liberazione di Cutrì, sono state entrambe rapinate nello stesso giorno di ieri. La Nissan, conteneva armi con il colpo in canna e numerosi proiettili.
Gli inquirenti, inoltre, stanno vagliando la posizione di alcune persone e stanno conducendo una intensa attività informativa e investigativa. L'evaso non aveva mai avuto condanne nè è mai stato indagato per associazione mafiosa. Ieri a Gallarate era inquisito in un processo per truffa e assegni falsi. Rimane il fatto, secondo gli inquirenti, che le persone, oltre a Domenico Cutrì, che hanno partecipato al blitz di ieri, sono "estremamente pericolose". (AGI)