Omicidio Don Lazzaro, Ust-Cisl: segno della disperazione del territorio

Cosenza Attualità
Tonino Russo

Sono ore di sgomento e sconforto quelle che stanno vivendo la Piana di Sibari e la Calabria tutta a causa dell’uccisione di Don Lazzaro Longobardi, che per 27 anni era stato parroco di San Raffaele di Lattughelle, a Cassano allo Jonio.

Cordoglio è stato espresso, nelle ore passate, da enti e istituzioni, da ogni parte sociale a livello nazionale e locale, nonché dai cittadini della sibaritide, che con un coro unanime hanno gridato il proprio dolore; la disperazione con la quale hanno appreso della morte di Don Lazzaro.

Ha voluto esprimere il proprio cordoglio, ma anche rabbia e indignazione, Tonino Russo, Segretario Provinciale della Ust – Cisl di Cosenza, che si è detto triste e sconvolto per un “fatto di sangue che colpisce questo territorio poco tempo dopo il triplice omicidio in cui ha perso la vita anche il piccolissimo Cocò Campolongo.

"È emergenza criminalità vera, – osserva Russo – in un territorio segnato anche in passato da gravi fatti di violenza, ma che in questi ultimi mesi è esplosa con forza inaudita”. Secondo il segretario, il grado di efferatezza raggiunta “è il più grave segno del mancato sviluppo del territorio, dell’abbandono, della disperazione. Bombe sociali che possono poi esplodere e portare all’uccisione di un parroco che, ce lo confermano i suoi concittadini, aveva sempre una buona parola per tutti, e si spendeva per il prossimo, seguendo fedelmente i principi della Chiesa che aveva abbracciato. Un uomo eccezionale che, seppur temesse per la propria incolumità, aveva scelto il dialogo per condurre sulla retta via il ragazzo romeno fermato in queste ore, e che pare possa essere stato il suo assassino.

Mi domando – ha proseguito - quando lo Stato Italiano deciderà di aprire gli occhi per aiutare la nostra Calabria a uscire da un isolamento che è ormai diventato insostenibile. Mi chiedo, ancora, quando le istituzioni nazionali e locali si decideranno a spezzare questo assordante silenzio in cui vivono i cittadini di Calabria, e dal quale si esce in modo estemporaneo solo quando fatti di cotanta gravità ci colpiscono, perché è solo in queste occasioni che l’arretramento strutturale della nostra terra diventa tangibile e impossibile da ignorare.

L’uccisione di Don Lazzaro – ha concluso il segretario Russo – non è solo la tragica scomparsa di un uomo di Chiesa che aveva vissuto di amore, ma è anche il simbolo della disperazione che si fa violenza, del mancato riscatto di una terra abitata da uomini e donne di buona volontà che non meritano di essere considerati gli ultimi”."