Malattie cardiovascolari e cerebrovascolari: presentata l’indagine civica “Mi sta a cuore”
Cittadinanzattiva –TDM intende far conoscere ai cittadini crotonesi e della Calabria l’indagine civica “Mi sta a cuore”, presentata il 12 marzo presso la Camera dei deputati dal Movimento, al fine di approfondire le modalità con cui alcune Regioni ed Asl stanno implementando le reti per la prevenzione, la cura e la presa in carico dei pazienti con patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, patologie tra le più diffuse nei Paesi industrializzati. Queste malattie sono in continua crescita e sono diventate una delle principali cause di infermità di lunga durata e di abbandono del mercato del lavoro.
Sette milioni e mezzo le persone cardiopatiche nel nostro Paese, ovvero oltre il 12% della popolazione. Di questi, oltre tre milioni sono scompensati. Oltre il 40% delle morti per malattia sono causate da patologie cardiache e il 10% è dovuto a morte cardiaca improvvisa. Per ciò che concerne le patologie cerebrovascolari, l’ictus cerebrale rappresenta la prima causa di invalidità nel mondo, la seconda causa di demenza e la terza causa di mortalità nei paesi occidentali. In Italia ogni anno si registrano poco meno di 200 mila casi di ictus, dei quali circa un terzo porta al decesso nell’arco di un anno e circa un terzo ad invalidità seria.
Dunque quasi un milione nel nostro Paese convive con gli effetti invalidanti di un ictus. E nonostante ciò gli accidenti cerebrovascolari vengono appena citati nel Piano Sanitario Nazionale. Molto si potrebbe fare con la prevenzione, ma se solo si pensa che la percentuale di investimenti destinati alla prevenzione è costantemente sotto all’1% della spesa sanitaria, si comprende bene quanto poco si investa in tale ambito. Le segnalazioni dei cittadini al servizio di consulenza informazione e tutela PIT salute del Tribunale per i diritti del malato, mostrano che le principali problematiche nelle cure e servizi per le patologie cardio e cerebro vascolari, riguardano: le lunghe liste di attesa per esami diagnostici, le liste di attesa per visite specialistiche cardiologiche ; le difficoltà inerenti l’assistenza territoriale; le difficoltà in ambito ospedaliero, visto che l’8% dei cittadini con patologie neurologiche e il 7,6% di chi ha problemi cardiologici segnalano dismissioni premature e difficoltà nella presa in carico; difficoltà di accesso ai farmaci (costi, ostacoli burocratici ed amministrativi per accesso a farmaci di fascia H o PHT-A ed ai piani terapeutici). Bisognerebbe, quindi, sviluppare la rete cardiovascolare e cerebrovascolare in tutti i territori regionali che presentano differenze sia nei modelli organizzativi, sia nella capacità di rispondere ai bisogni effettivi delle persone.
In Calabria sostanzialmente si evidenza l’assenza di una rete hub e spoke per il cardiovascolare e cerebrovascolare; non vengono utilizzati sistemi di telemedicina; esiste un sistema di emergenza che conduce il cittadino al punto di soccorso più vicino invece che al punto di soccorso più adeguato (che invece permetterebbe di curare più tempestivamente il cittadino e meglio); pochi sono i centri per il trattamento dell'ictus ; ancora poca attenzione alla prevenzione ed alla informazione ai cittadini sulle patologie cardiovascolari e cerebrovascolari; poca attenzione a percorsi che seguano il cittadino una volta che è dimesso dall'ospedale. (quindi poca integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali).
Ci auguriamo che anche il Dipartimento Salute della Regione Calabria affronti con impegno questo percorso, implementi la rete e elabori programmi di prevenzione volti ad identificare i soggetti ad alto rischio.
E’ nostra opinione che solo riorganizzando i servizi nell’ottica che abbiamo presentato, sia nelle strutture ospedaliere che sul territorio, si può rispondere alle domande di salute dei cittadini calabresi che stanno sopportando tagli ed erogazione di assistenza non sempre in linea con gli standard nazionali.