Siclari, Pcl: “La Calabria è il Far west”
"Tra qualche mese la Calabria andrà alle elezioni regionali. Mentre si consuma il tragicomico itinerario delle dimissioni, del loro congelamento, della sospensione dell’ex governatore, da tutte le parti squillano poderose le trombe delle primarie con l’accompagnamento (tradizionale) dei pifferi soffiati dalle pattuglie sempre più scompaginate dei pifferai della sinistra radicale, SEL e soci". E' quanto scrive Pino Siclari, Commissione meridionale PCL.
"La situazione - continua la nota - è a dir poco paradossale; mentre ci si scanna sulle primarie a pochi mesi dal voto che eleggerà una pattuglia di consiglieri decimata la Calabria non ha una nuova legge regionale resa necessaria da questo ridimensionamento.
Non si sanno dunque le regole della competizione; è insomma una specie di Far West, selvaggio e sanguinario, in cui vige solo la legge del più forte e della sopraffazione.
Non è una novità: Dal mondo del lavoro a quello dell’informazione e della sfera dei rapporti civili “vuol si così colà dove si pote”.
In questo scenario brillano ancora una volta i grilli (questa volta tacenti) del M5S che, preoccupati solo di fare incetta di voti comunque raccattati, stanno silenti su un argomento così delicato.
Il PCL ricorda a tutti lo scempio verificatosi alle scorse regionali con una legge modificata all’ultimo minuto, con una sua interpretazione per lo meno discutibile e con l’ingiusta esclusione dei suoi candidati.
Il PCL si pronuncia per la rapida definizione di una legge regionale su basi rigorosamente proporzionali, senza soglie di sbarramento e, anche sulla scorta della recentissima ammissione dei Verdi al voto europeo, senza il capestro di condizioni di accesso antidemocratiche alla competizione.
Il PCL vede nelle elezioni non un terreno di esercizio del malaffare ma un momento per propagandare ancora una volta tra i lavoratori e i giovani l’unica proposta politica adeguata a fronteggiare questa crisi profonda della società, quella di un cambiamento radicale rivoluzionario dello stato di cose presenti: l’alternativa socialista".