Castelliti: “Porto di Crotone: nuovo bando di concorso potrebbe modificarne la qualità dei servizi”
"L’opinione pubblica crotonese si svegliò nel 1977, allorquando la Gazzetta Ufficiale del 16 settembre pubblicò il Decreto Ministeriale che modificava la classificazione del porto di Crotone dalla prima alla seconda categoria dei porti marittimi nazionali". E' quanto si legge in una nota a firma di Piero Castelliti.
"La stampa locale dell’epoca - continua la nota - diede ampio risalto alla notizia ritenendo tale passaggio di categoria una sorta di declassamento, solo successivamente, un incontro con l’allora Comandante Antonio Sicari della Capitaneria di Porto, servì a calmare letteralmente “le acque”, allorquando si chiarì che la variazione dalla prima categoria (difesa dello Stato) alla seconda categoria (porto commerciale) non rappresentava alcun declassamento, ma solo una semplice modifica dovuta al cambiamento delle attività portuali.
Analoga situazione si è riproposta di recente quando gli operatori portuali hanno pensato di consolidare l’opportunità – investendo la classe politica locale – di costituire, mediante legge regionale, una azienda portuale regionale fra i porti commerciali minori di Crotone Vibo Valentia, Reggio Calabria e Corigliano Calabro; porti questi che non possono costituirsi in Autorità portuali autonome a causa dello scarso movimento merci.
Anche in questa occasione si è parlato di declassamento: da porto di rilevanza nazionale saremmo passati a porto di rilevanza economica interregionale, non comprendendo che effettivamente il porto di Crotone, come anche gli altri scali, hanno valenza esclusivamente regionale in quanto il traffico marittimo segue delle logiche che soddisfano solo le esigenze dell’hinterland regionale.
In queste elucubrazioni di pennacchi abbiamo perso di vista la tesi che un porto diventa snodo logistico solo se è nelle condizioni di offrire servizi alla nave ed alla merce; a Biomasse Italia poco interessa se il porto di Crotone è configurato come scalo di valenza regionale, l’importante che svolga i servizi tecnico nautici, abbia ampi piazzali, sia dotato di adeguati mezzi meccanici e di veloci trasporti terrestri.
Questo fa un porto operativo ed efficiente e non una banale classificazione legislativa.
A proposito di servizi, circa un mese fa è stato pubblicato un bando di concorso per un posto di “pratico locale” autorizzato alla prestazione del servizio di pilotaggio dapprima per il porto di Corigliano Calabro e, nella eventuale estinzione della Corporazione piloti – anche per il porto di Crotone.
Si, avete capito bene! La storica Corporazione dei piloti del porto di Crotone, costituita nel 1953, chiuderà i battenti e l’attuale pilota sarà trasferito in altra sede.
Il servizio di pilotaggio – poco conosciuto al di fuori della comunità portuale – è un servizio tecnico-nautico che insieme al rimorchio ed ormeggio conformano la sicurezza della navigazione all’interno del porto.
E’ il pilota che con esperienza e conoscenza delle condizioni meteomarine e della pratica operativa inerente l’evoluzione nello specchio acqueo portuale, offre prestazioni adeguate alla direzione ed alle manovre delle navi in porto.
E’ la carenza di servizi che declassifica un porto e ne provoca una reale dequalificazione e non una banale classificazione legislativa.
Tale bando sta passando inosservato e meriterebbe – invece - un grado di attenzione alto da parte della politica locale, degli organismi marittimi e portuali e perché no, anche dalla stampa.
Difendiamo il nostro porto.
E l’unica infrastruttura operativa che ci resta!"