Avvelenamento di due cani randagi a Filogaso, dura la condanna della Presidente Nazionale dell’Enpa

Vibo Valentia Cronaca

Non si placa l’ondata di violenza e atrocità nei confronti dei cani randagi del vibonese. Prima Mileto e poi Filogaso dove qualche giorno fa sono state rinvenute le carcasse di due cani, atrocemente avvelenati e lasciati morire nell’indifferenza generale dell’intera comunità.

A lanciare un grido di dolore e di rabbia sono i volontari dell’Enpa di Pizzo, presieduta da Marina Betrò, che con amore e dedizione instancabile dedicano cure e attenzione ai randagi dell’intero territorio. Dalla sterilizzazione all’impianto di microchip, fino all’adozione. Un impegno che a Filogaso è caduto nel vuoto, sopraffatto dall’indifferenza delle Istituzioni che per legge sono obbligate ad intervenire, stipulando una convenzione con un canile e procedendo alla sterilizzazione dei randagi.

Cosa questa che prevede, inoltre, la fruizione di fondi messi a disposizione dal Ministero della Salute per evitare che il randagismo diventi un fenomeno drammatico e ingestibile. Ma il sindaco di Filogaso, sordo alle richieste dei volontari dell’Enpa, ha fatto che si che nel proprio comune vincesse prima l’abbandono, poi il maltrattamento fino ad arrivare alla più atroce delle violenze nei confronti di due animali che non recavano alcun disturbo alla Comunità.

Per Ester cagnolina incinta pronta a partorire e per il dolce Rith, la cui carcassa è stata rinvenuta solo ieri e giace ancora a Filogaso, non c’è stato nulla da fare. Il veleno non ha dato loro scampo. Ad intervenire né i Carabinieri della locale stazione né i sanitari dell’Asp, contattati più volte da Marina Betrò, la quale recatasi immediatamente sul posto assieme ad un’altra volontaria, Nancy Lo Bianco, hanno provveduto a fare ciò che altri avrebbero dovuto fare per legge, ovvero portare la carcassa del cane rinvenuto, presso l’istituto zoo profilattico di Mileto.

Dura la posizione assunta dalla Presidente Nazionale dell’Enpa, l’On. Carla Rocchi, la quale non appena appresa la notizia ha cercato invano di contattare il Sindaco di Filogaso.

“L’inaudita violenza nei confronti dei randagi presenti sul territorio vibonese – ha chiosato la Rocchi – è segno di assoluta inciviltà. Avrei voluto parlare col Sindaco per capire il perché di tanta indifferenza, per ricordargli che lui sarebbe dovuto intervenire per legge. Avvelenare i randagi non risolve il problema, ce ne saranno molti altri che presto prenderanno il posto di quelli che purtroppo sono morti. E’ bene che tutti i sindaci sappiano – ha concluso la Presidente Nazionale dell’Enpa – che i Comuni attuatori di una politica positiva nei confronti degli animali sono stati premiati in termini di turismo oltre ad essere stati segnalati per la loro buona condotta.

Non tutti i Comuni hanno la fortuna di poter contare su volontari che instancabilmente si prodigano con cure di ogni genere per far sì che il randagismo non prenda il sopravvento”. Ai cittadini che si sono macchiati di un simile gesto arriva forte la condanna della Presidente dell’Enpa di Pizzo Marina Betrò.

“Avvelenare i randagi costituisce un reato, ai sensi dell’art. 544 bis e 544ter del codice penale, cioè rispettivamente uccisione e maltrattamento di animale ( maltrattamento per la lunga e dolorosa agonia prima che sopraggiungesse la morte) e, inoltre, l’art. 146 T.U. delle Leggi SANITARIE Regio Decreto 27 Luglio 1934, n. 1265 proibisce e punisce la distribuzione di sostanze velenose e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da €51,65 fino a 516,46.

Spero quindi, che queste persone paghino come è giusto che sia. Ma per un’inversione di rotta - ha sottolineato Marina Betrò - è necessario che le istituzioni preposte si facciano carico delle proprie responsabilità, e facciano il proprio dovere perché noi siamo stanchi di dover pretendere quello che dovrebbe essere fatto per legge. L’unico modo per risolvere il problema – ha precisato – sarebbe quello di avviare delle concrete campagne di sterilizzazione”.

Nonostante le diverse porte sbattute in faccia, i volontari dell’Enpa Pizzo, continueranno nella loro infaticabile opera. “Le campagne di sensibilizzazione, organizzate sul territorio vibonese, in materia di protezione degli animali, – ha concluso la presidente dell’Enpa Pizzo – stanno accendendo una piccola luce in questa terra buia, ma è ancora troppo poco. Queste persone che commettono simili atti di violenza, devono essere isolate e devono pagare per i reati commessi. Tutto questo sarà possibile se ci sarà la collaborazione di tutti”.