Question time, Lanzetta su contenzioso Stato regioni
Question time del ministro Maria Carmela Lanzetta del 25 giugno 2014 alla Camera dei Deputati: Contenzioso Stato Regioni davanti alla Corte Costituzionale
In merito a quanto richiesto dall’Onorevole interrogante si forniscono i seguenti dati. Per quanto riguarda il numero e l’esito dei giudizi costituzionali nel periodo 2009-2013 nell’anno 2009, su un totale di 82 sentenze della Corte Costituzionale, 37 sono state di accoglimento ed in 31 casi è stata rilevata la cessazione della materia del contendere ovvero l’estinzione del giudizio a seguito di intervenute modifiche delle norme impugnate da parte (prevalentemente) delle regioni e delle province autonome. Nell’anno 2010, su un totale di 141 sentenze, 67 sono state di accoglimento; 58 ricorsi si sono conclusi con la dichiarazione della cessazione della materia del contendere ovvero dell’estinzione del giudizio a seguito di intervenute modifiche delle norme impugnate.
Nell’anno 2011, su un totale di 91 sentenze, 57 sono state di accoglimento, mentre sono stati 31 i casi di dichiarazione di cessazione della materia del contendere o l’estinzione del giudizio. Nell’anno 2012, su un totale di 150 sentenze, 73 sono state di accoglimento; sono stati 65 i casi in cui è stata dichiarata la cessazione della materia del contendere o l’estinzione del giudizio. Nell’anno 2013, su un totale di 149 sentenze, 95 sono state di accoglimento, mentre in 47 casi è stata rilevata la cessazione della materia del contendere o l’estinzione del giudizio.
Quanto all’andamento percentuale dei giudizi in via principale, rispetto alle altre tipologie di giudizi, nel periodo 2002-2013 si registra una generalizzata tendenza all’aumento del contenzioso in via principale. I giudizi promossi dallo Stato e dalle Regioni ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione hanno costituito il 5,6% del totale dei giudizi resi nel 2002. Nell’anno 2003, erano il 14,92% del totale. Nel 2004, la percentuale è ulteriormente salita sino a raggiungere il 21,75%. Nel 2005 si è registrata una lieve riduzione, in quanto la percentuale dei giudizi in via principale è scesa al 20,95%. Nel 2006 si è registrato un notevole incremento della percentuale dei giudizi in via principale, che ha raggiunto il 24,41%. Negli anni 2007 e 2008 la percentuale ha subito una diminuzione: i giudizi in via principale sono stati il 16,38% del totale nell’anno 2007, e il 14,25% del totale nell’anno 2008. Nel 2009, tuttavia, la percentuale dei giudizi in via principale è nuovamente salita, arrivando al 24,27% del totale. Nel 2010, i giudizi in via principale sono stati il 37,63% del totale. Nel 2011, i giudizi in via principale sono stati il 26,61%. Nel 2012, la percentuale ha toccato il picco del 47,46%. Nel 2013, la percentuale rilevata, del 45,7%, è di poco inferiore all’anno precedente.
Con riferimento al numero dei ricorsi sollevati dallo Stato e dalle Regioni, nel 2013 sono state 27 le decisioni aventi ad oggetto fonti statali, 106 quelle relative a leggi regionali o delibere legislative statutarie delle Regioni, 12 quelle relative a leggi delle Province Autonome, 4 quelle riferite a delibere legislative della Assemblea Regionale Siciliana. Nel 2012, 57 decisioni hanno avuto ad oggetto fonti legislative statali, 78 statuti o leggi regionali, 5 leggi delle Province Autonome, 10 delibere legislative della Assemblea Regionale Siciliana. Anche nel 2011 i ricorsi statali sono stati nettamente prevalenti rispetto a quelli regionali (rispettivamente, 77,88% e 22,12%).
Per quanto riguarda le materie maggiormente interessate dalla Giurisprudenza della Corte Costituzionale sul nuovo Titolo V, nel 2013 il maggior numero di ricorsi sollevati dallo Stato ha riguardato norme concernenti disposizioni finanziarie (n. 13) e, nell’ambito di queste disposizioni, il principale motivo di impugnazione è stata la violazione dei principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica di cui all’art. 117, comma 3, della Costituzione.
La violazione dei suddetti principi fondamentali è stata riscontrata in 20 casi. Quasi altrettanto numerosi (n. 16) sono stati i ricorsi avverso leggi regionali considerate invasive della potestà legislativa statale in materia ambientale e paesaggistica (art. 117, comma 2, lettera s), nonché quelli (n. 10) sollevati avverso disposizioni in materia di contratti pubblici, personale e accesso al pubblico impiego ritenute invasive della potestà legislativa statale in materia di ordinamento civile (art. 117, comma 2, lettera l). Da menzionare anche le impugnative di n. 15 leggi regionali ritenute in contrasto con i principi in materia di tutela della concorrenza (art. 117, comma 2, lettera e) della Costituzione) e di libero mercato (art. 117, comma 1, della Costituzione).