Concussione: annullata condanna dirigente Asp Vibo Valentia
La sesta sezione della Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna della Corte d'Appello di Catanzaro a 2 anni ed 8 mesi di reclusione, piu' l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, nei confronti di Giuseppe Namia, all'epoca dei fatti direttore del presidio ospedaliero unificato dell'Asp di Vibo Valentia. La sentenza riguarda un troncone dell'operazione "Ricatto" che nel settembre 2005 porto' il pm della Procura di Vibo, Giuseppe Lombardo (oggi alla Dda di Reggio Calabria), a indagare su un presunto sistema di malaffare nella sanità vibonese con presunti illeciti anche attorno alla costruzione del nuovo ospedale.
Giuseppe Namia era accusato di concussione per aver costretto un imprenditore che stava eseguendo dei lavori negli ospedali di Pizzo e Soriano a "consegnargli indebitamente un natante al fine di sbloccare le liquidazioni dei lavori eseguiti per conto dell'Asp". Per la stessa vicenda, il Tribunale di Vibo presieduto all'epoca dal giudice Giancarlo Bianchi aveva riqualificato altra accusa di concussione mossa a Namia in concorso con Carmelo Lo Bianco, boss dell'omonimo clan di Vibo attualmente detenuto per una condanna definitiva per mafia, nel piu' grave reato di estorsione, ordinando la restituzione degli atti al pm. La Procura di Vibo, trasferito il pm Fabrizio Garofalo, non ha però più esercitato l'azione penale per tale reato ne' nei confronti di Namia, ne' di Lo Bianco. (AGI)