Presentato Distretto rurale del Reventino
Nella sala messa a disposizione dalla Comunità Montana, a Soveria Mannelli (cz), rappresentanze istituzionali e tecnici, hanno messo in evidenza il valore, la funzione e le opportunità che offre il Riconoscimento da parte della Regione del Distretto Rurale del Reventino.
Ad aprire i lavori, Francesco Esposito, presidente del GAL del Reventitno, organismo che ha tanto lottato per poter raggiungere questo traguardo. "Abbiamo creduto molto alle possibilità che il Distretto offre al territorio. Infatti – ha spiegato il presidente - esso può spaziare in tutte le attività che si possono sviluppare, può dare strumenti e impulso alla crescita reale di tutta la nostra area. Adesso tocca alla politica e all’imprenditoria collaborare per avere dei risultati. Abbiamo lavorato – ha concluso Esposito – nell’esclusivo interesso di questo territorio abbiamo avuto supporto al nostro progetto anche da politici che non appartengono alla nostra stessa parte, esempio è la presenza del consigliere Mario Magno, oggi qui, perché si è impegnato affinchè tutto arrivasse a buon fine. Forse, se non ci fosse stato lui ancora staremmo aspettando che qualcosa si muovesse in nostro favore”. Apertura totale verso questo strumento da parte del sindaco di Soveria Mannelli, Giuseppe Pascuzzi: ”Tenendo presente che il Distretto Rurale non si sovrappone a nessun ente, nemmeno al GAl, bisogna considerarlo uno stimolo per tutti noi. Dobbiamo – ha detto Pascuzzi – ragionare e costruire insieme e migliorare. Possediamo con il Distretto un punto di forza tra ciò che esiste e tutto quello che si creerà per migliorare la qualità della vita nel territorio. Esso è utile - ha concluso il sindaco - per crescere e migliorare consolidando reti di relazioni e diventando luogo di dialogo”. Il consigliere regionale, Mario Magno, ritenuto dai presenti il fulcro di un risultato positivo come quello dell’approvazione e del riconoscimento da parte della Regione, ci ha tenuto ha ringraziare il dottor Zimbalatti funzionario regionale, per il suo intervento a favore del progetto, visto che lo stesso “giaceva in un cassetto da tanti mesi e lui non ne sapeva niente”, ha detto il consigliere. “Appena ho chiesto di valutarlo e di far si che la bontà del lavoro potesse avere una sua concretizzazione, il dottore, che non sapeva nulla della sua esistenza, non ha esitato ed ha preso in esame il progetto e lo ha ritenuto valido. E’ un’avventura - ha detto ancora Magno – che va ulteriormente riempita di tanti contenuti ma ha già grandi possibilità, evidenziate anche nello studio preliminare che è stato fondamentale per la buona valutazione del progetto. C’è una possibilità di realizzare rete tra pubblico e privato – ha proseguito il rappresentante della Regione – per creare un nuovo sviluppo. Per questo la Società di Distretto va creata subito, è necessario, quindi, mettere insieme tutte le forze anche quelle economiche che spettano al Distretto. La Regione deve intervenire dal punto di vista finanziario perché le aree possano adeguatamente incrementarsi. Per una sua reale identità – ha detto inoltre Mario Magno – il Distretto deve avere una sua forza normativa ed economica, ecco perché oggi si incomincia ma non si finisce, la sfida è grande per tutti gli attori di questo progetto e nessuno può fermarsi. La scommessa si può vincere”. Sono intervenuti a questo punto i tecnici che hanno fornito alcuni dati ed informazioni di primaria importanza per far comprendere cosa è e quanto può dare il Distretto Rurale all’area del Reventino. “I distretti sono nati nel 1991 quando si incominciava a soffrire della globalizzazione e le piccole imprese non potevano reggere il confronto con le grandi – interviene Matteo Guccione esperto MORUS Alti Campi S.r.l. – Bisognava lavorare per sostenere queste attività, ma non si è fatto molto, c’è stata confusione e spesso poca attenzione, pensate che solo nel 2009, dopo 19 anni, si sono definite le agevolazioni a favore delle imprese che fanno rete. In sintesi oggi – dettaglia Guccione – sono 3 le cose da tenere presente pensando al Distretto rurale: La Fiscalità: le imprese che si aggregano possono dialogare direttamente con l’agenzia nazionale delle entrate per stabilire un’aliquota unica per tre anni senza controlli. 2) Stabilire nuove e più convenienti linee di credito trattando con le sedi centrali delle banche e non con le agenzie locali che non posso decidere. In tal modo si elimina anche il divario dei tassi tra Nord e Sud. Infine – ha concluso Guccione – il distretto può essere considerato un super Suap. Infatti può anche dare ad un imprenditore l’autorizzazione ad iniziare un’attività o ottenere conferma dei servizi che gli necessitano, autorizzazioni etc. Pertanto, la Regione non deve essere spaventata ad investire su questa libera aggregazione di imprese su base territoriale. Il pubblico - ha chiuso Guccione – è fondamentale in questo progetto, perché deve realizzare un buon contesto sociale e delle infrastrutture adeguate”. E’ stata poi la volta di Giuseppe Gaudio, ricercatore INEA Calabria: “Il Distretto sperimenta nuovi percorsi, elabora strategie di sviluppo rafforzando l’identità e l’integrazione sociale sul territorio. Non è – ha sottolineato Gaudio – un modo per arraffare finanziamenti, è invece una nuova strada innovativa per lo sviluppo locale. In Calabria ci sono 10 distretti, tra agroalimentare e Rurale, e questo dimostra che all’interno dei territori c’è fiducia nella crescita, bisogna però avere le idee chiare su cosa fare e come fare”. Chiude gli interventi tecnici Milena Verrascina, studiosa e tra i maggiori esperti di Distretti Rurali in Italia, Ricercatore INEA - Rete Rurale Nazionale. “Il Distretto - ha spiegato - è un luogo di confronto per le peculiarità locali. Evidenzia una serie di fattori come per esempio la cultura, le tradizioni, i servizi agricoli, le tradizioni, l’imprenditoria e gli aspetti sociali. E’ considerato strumento di alta concertazione soprattutto a livello programmatico. Il Distretto è una cabina di regia per tutto il capitale che esiste sul territorio e deve valutarlo, deve controllare ciò che funziona e quello che non va. Oramai – ha chiuso Verrascina - è strumento indispensabile per lo sviluppo del territorio ecco perché bisogna crederci e operare perché giunga a compimento la sua azione”. Prima di passare la parola ad uno degli ospiti, rappresentante dell’Unical, il presidente del Gal, Esposito ci ha tenuto a sottolineare: “Bisogna identificare in maniera chiare, cosa che ancora la Regione non ha fatto, a quali bandi il Distretto può partecipare. E’ fondamentale tutto questo per andare avanti nel lavoro”. A Rappresentare l’Università il prof: Sindona che con estrema chiarezza nel suo intervento ha spiegato: ”Noi possiamo essere molto utili mettendo a disposizione le nostre capacità nella certificazioni, in questo possiamo dire di essere tra i migliori al mondo. Collaborare a questo progetto è importante perché spesso perdiamo le nostre intelligenze che vanno all’estero, potremmo invece impegnarle nel supporto ai produttori. L’Università è in grado di fornire una certificazione scientificamente valida sull’origine e la qualità”. Vista la difficoltà più volte espressa, nei rapporti tra banca ed imprenditoria, importante anche l’intervento del dottor Flavio Talarico, presidente della BCC del Lametino. “La nostra banca per quello che può è vicina a questa iniziativa – ha affermato il presidente Talarico - siamo una realtà sul territorio calabrese che ha come fine proprio quello di prendersi cura soprattutto della piccola impresa, del produttore cha ha bisogno di sostegno. E’ proprio nella mission della BCC del Lametino accompagnare le nostre aziende perché tanti non riescono a farlo. Oggi - ha specificato l’esponente della Banca - vi portiamo un piccolo ma importante tesoretto che è quello dell’ingresso tra i nostri soci di 250 giovani calabresi. Questo è rilevante perché il segno di come stiamo andando verso un rinnovamento insieme alle nuove generazioni. Per la fine dell’anno – ha poi concluso Talarico - è prevista una fusione con un altro importante istituto che ci consentire di avere le spalle più forti e di potere migliorare ancora di più il servizio sul territorio a favore del territorio”. Per finire ha portato il suo saluto il presidente del Distretto dell’alto Jonio, Eduardo lo Giudice il quale ha esposto alcuni punti critici ma anche le positività dell’essere Distretto, visto che la loro esperienza è già partita da due anni ed interessa 50 aziende con l’obiettivo di raggiungerne almeno 100. Ha evidenziato la necessità di cerare una rete di Distretti ed una associazione degli stessi. Ma ha poi concluso rimarcando quanto già detto da Esposito, che è di “primaria importanza stabilire con delle norme a quali Bandi potranno partecipare i Distretti Calabresi”.