Usura ed estorsioni nella locride, quattro fermi e sequestri per 2 milioni
La Guardia di Finanza (nel corso dell’operazione denominata “Bacinella”) ha smantellato una presunta associazione a delinquere finalizzata all'usura, all'estorsione e all'esercizio abusivo dell’attività finanziaria. I militari hanno eseguito anche quattro fermi di indiziati di delitto e sequestrato beni per 2 milioni di euro.
L’operazione è stata effettuata dagli uomini del Comando Provinciale della Gdf di Reggio Calabria e dello Scico di Roma: i fermi sono stati emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di altrettanti presunti appartenenti alla pericolosa organizzazione criminale che opererebbe nella Locride e dedita a molteplici reati, oltre all’usura e all’estorsione. Le prove raccolte nel corso delle indagini di polizia giudiziaria, avrebbero consentito ai finanzieri del Gruppo di Locri di fornire all'Autorità Giudiziaria gli elementi per disporre non solo il fermo delle quattro persone, di cui una in possesso di un biglietto per espatriare, ma anche di disporre il sequestro dei beni (mobili ed immobili).
11:24 | IL BLITZ è scattato - alle prime luci dell’alba - a Siderno, Bianco, Mammola e Grotteria: un centinaio di finanzieri, oltre ai provvedimenti di fermo, hanno eseguito numerose perquisizioni locali e sequestri nei confronti degli indagati. L’operazione è stata denominata “Bacinella” dal nome utilizzato per definire la “cassa comune” e trae origine dalla verifica fiscale effettuata nei confronti di una società che opera nel settore della componentistica per personal computer.
Nel corso del controllo sarebbero emersi alcuni elementi anomali, come un’eccessiva operatività finanziaria che – per gli inquirenti - non poteva trovare giustificazione nel modesto volume d’affari che la società dichiarava. Da qui si è approfondita l’origine di quelle operazioni e di quei flussi di cassa con delle indagini di polizia giudiziaria delegate della DDA reggina.
LE INTERCETTAZIONI avrebbero così permesso di confermare le ipotesi delittuose facendo emergere presunte condotte “penalmente rilevanti” in capo ai fermati che, in associazione tra loro, avrebbero promosso – sempre secondo gli investigatori - un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati tra i quali la concessione di prestiti di natura usuraria, estorsioni e abusiva attività finanziaria.
Un distributore di carburanti di Siderno (nel reggino) sarebbe stata la base operativa del sodalizio criminale composto, secondo i finanzieri, dal titolare della stessa attività, Domenico Infusini (41 anni) e Santo Rumbo (25), Isidoro Marando (56), Davide Gattuso (39): destinatari dei provvedimenti restrittivi della libertà personale.
“Il tutto – spiegano gli inquirenti - poteva avvenire con l’autorizzazione” della cosca locale dei Commisso “egemone nel territorio sidernese che, nel caso in specie, si identifica nella ‘ndrina Rumbo-Galea-Figliomeni”.
Con l’operazione di oggi sarebbe stato inferto un grave colpo alle organizzazioni criminali calabresi dedite all’usura che sempre più spesso, in una situazione di diffusa di contrazione dei consumi e dei margini di guadagno, si sostituiscono agli istituti di credito convenzionali a della crescita e dello sviluppo del territorio circostante.