Assisi: 30 giovani crotonesi al campo vocazionale

Crotone Attualità Antonella Palermo

“Oh Signore, fammi dono”. Con questa preghiera nel cuore 30 giovani crotonesi della Parrocchia del Sacro Cuore ritornano a casa dopo la bellissima esperienza del campo vocazionale vissuto ad Assisi dal 6 all’11 agosto.

Ospiti presso le suore francescane missionarie di Gesù Bambino, a Santa Maria degli Angeli, e accompagnati da don Luca Garbinetto, il diacono Juan, don Giuseppe Sgarbossa, il diacono Graziano ed Elisabetta Granziera sorella nella diaconia (religiosi della Pia Società San Gaetano) per una settimana i giovani crotonesi, insieme ad altri ragazzi provenienti da Villa San Giovanni, Monterotondo, San Sepolcro, Vicenza e Lushnje (Albania), hanno ripercorso i passi di due grandi santi del Duecento, San Francesco e Santa Chiara d’Assisi, che, facendo della propria vita un dono per gli altri, ancora oggi possono proporsi come modello per i giovani del Duemila.

Giovani che diversi tra di loro per età (erano presenti più di 50 ragazzi dai 12 ai 30 anni) e per provenienza hanno trovato un grande ideale in comune, quello di un mondo con Gesù nel cuore, come si legge sulle loro magliette.

Un mondo dove ciascuno, in base alla propria vocazione, può trovare il posto giusto in quel grande mosaico della vita, come hanno fatto Elena e Daniele, coniugi di Vicenza, venuti al campo in veste di cuochi, insieme alla più piccola dei loro tre figli, Ester, che nonostante la precarietà di un posto dove vivere, affidandosi totalmente alla Provvidenza, riescono ad essere felici e ad impegnarsi per gli altri, o don Giuseppe Sgarbossa, che fin da piccolo ha sentito che la sua vocazione era quella di donarsi completamente a Dio, o ancora Suor Marta, giovane suora di clausura nel monastero di San Quircio presso Assisi, o Frate Massimo, giovane modenese, laureto in economia e commercio che lascia il suo lavoro e i suoi affetti per seguire Cristo e oggi lavora a San Damiano, luogo importante per la vita di Francesco, fu qui, infatti, che Francesco accolse l’invito del Crocifisso: “Francesco va’ e ripara la mia chiesa”.

Davanti a quello stesso crocifisso, oggi conservato all’interno della Basilica di Santa Chiara, l’emozione che si prova è tanta e lo dimostra anche il silenzio e la compostezza dei numerosi fedeli/turisti che quotidianamente affollano la Basilica.

Quel crocifisso che parlò a Francesco, stravolgendo la vita di quel giovane, figlio di un ricco mercante di stoffe, desideroso di diventare cavaliere, che si sveste di tutto e si fa dono, parla ai cuori di ciascuno di noi e ci invita a farci anche noi dono, senza nessuna paura! La stessa emozione la si avverte alla Porziuncola, una piccola chiesetta, oggi situata all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove Francescò fondò l’ordine dei frati minori e dove morì sulla nuda terra la notte del 3 ottobre del 1224, sofferente per il dolore provocatogli dalle stimmate, che ne hanno fatto l’alter Christus (Francesco è il primo Santo della storia della Chiesa a ricevere le stimmate).

Si entra nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, un edificio a tre navate, costruito nel XVI secolo, con colonne bianche senza nessun affresco, l’attenzione è rivolta alla chiesetta della Porziuncola: una chiesa nella chiesa.

È la notte di San Lorenzo e i giovani della famiglia di don Ottorino (fondatore della Pia Società San Gaetano) partecipano alla preghiera della Compieta, trovando spazio tutti all’interno della Porziuncola stessa, sulla cui volta rimane un pezzetto dell’affresco originale, un cielo pieno di stelle! Visitando Santa Maria degli Angeli, il percorso guidato porta ad un giardino, si tratta di un roseto, un roseto particolare, le rose fioriscono senza spine, unico caso al mondo: si racconta che Francesco, tentato dal demonio, si buttò in un roveto che si trasformò in roseto senza spine.

Non è sempre facile seguire i passi di Francesco, spesso la strada è in salita, ma la fatica non spaventa i nostri giovani e pur sudando si arriva anche all’Eremo delle Carceri, a 4 chilometri da Assisi e a 791 metri di altitudine sulle pendici del Monte Subasio, qui Francesco vive a contatto con la natura, con “sora acqua” e “frate sole” (Cantico delle Creature) e qui i nostri giovani vivono un momento di “deserto”, un momento di dialogo solo con Dio.

Immaginiamo che Francesco da giovane insieme ai suoi compagni amasse divertirsi e anche per i nostri giovani non mancano i momenti di divertimento e di gioco, ai quali partecipano anche le nostre instancabili “guide”, suor Mariana e suor Monica, suore francescane, che nonostante il caldo e la fatica di indossare il saio, si mettono simpaticamente in gioco!

Le nostre amiche suore prima di salutarci ci donano un piccolo tau, ultima lettera dell’alfabeto ebraico, che Francesco scelse, come simbolo per il suo ordine, che pone alla base la povertà, quel farsi ultimo tra gli ultimi, quel farsi dono.

Il cammino sui passi di Francesco si conclude con la celebrazione della Santa Messa, all’interno della cripta del santo. Siamo all’interno della Basilica di San Francesco, sono le nove del mattino e ancora il luogo non è affollato dai fedeli. Suor Mariana ci spiega che la tomba di San Francesco venne trovata solo nell’Ottocento, i frati l’avevano nascosta bene per paura che il corpo di Francesco venisse trafugato.

La tomba si trova esattamente sopra l’altare della Basilica Inferiore che a sua volta si trova sopra l’altare della bellissima Basilica Superiore, arricchita dai celebri affreschi di Giotto. L’altare è la mensa di Cristo, di lui ci cibiamo per trovare la forza di cui abbiamo bisogno per vivere. Tutto deve ruotare attorno a Lui!