Smurra: “I Bronzi vadano all’Expo”
“Che i Bronzi di Riace vadano e di corsa a Milano: a impreziosire l’Expo 2015 e a rappresentare, nell’arco temporale delimitato di questa straordinaria vetrina mondiale per il nostro Paese, la grandeur di quella che fu la Magna Graecia e di cui la Calabria resta scrigno archeologico ed architettonico unico nel suo genere; scrigno e patrimonio da promuovere e da condividere nel e col mondo intero esattamente come non è stato purtroppo fatto fino ad oggi, per farlo scoprire finalmente ai grandi flussi turistici internazionali”. È quanto dichiara Stanislao Smurra, Presidente di “Otto Torri sullo Jonio”, lo storico sodalizio europeo che dal 1998 è impegnato in diverse ed importanti iniziative di marketing territoriale (su tutti l’Euromed meeting) e che ha sempre considerato un inutile ed autolesionista atteggiamento di chiusura culturale anche il solo pensare di poter erigere barriere locali all’invece salvifica circolazione promozionale dei propri marcatori identitari.
“I beni culturali – Smurra – patrimonio dell’umanità e della storia dell’arte del mondo più e prima ancora di essere considerati proprietà locali, hanno sempre rappresentato, sin dalla notte dei tempi, uno degli strumenti più spontanei ed efficaci di conoscenza dei territori, degli artisti e delle diverse epoche storiche che quei beni hanno prodotto e che a loro volta quei beni rappresentano e testimoniano nel tempo e nella memoria universale. I più grandi capolavori custoditi nei più importanti e visitati musei delle più frequentate capitali mondiali, almeno una volta, hanno lasciato la loro sede per essere ammirati altrove; generando – dice il Presidente di Otto Torri – quel naturale effetto emozionale e moltiplicatore turistico che non può che essere salvifico soprattutto per quei territori, come la Calabria, praticamente oggi al di fuori da tutte le più importanti dinamiche turistiche globali. Perché Reggio Calabria non è New York, Parigi o Londra, città e capitali mete quotidiane di milioni di turisti da tutto il mondo. La nostra terra, ricca di un patrimonio culturale, identitario, archeologico ed architettonico tanto pregevole e diffuso quanto ignorato spesso dagli stessi residenti e dal mondo della scuola, sottovalutato quando non abbandonato a se stesso dalle stesse istituzioni locali, ha bisogno come il pane di grandi vetrine esterne come si appresta ad essere quella dell’EXPO 2015 di Milano.
I beni culturali calabresi, di cui i Bronzi di Riace rappresentano soltanto la punta dell’iceberg, devono viaggiare ed essere esposti nelle più importanti piazze culturali mondiali, come marcatori identitari di questa regione. Senza alcuna paura. Senza alcuna chiusura. Senza piagnistei e dibattiti autoreferenziali all’italiana! Senza perdersi in procedure e lungaggini burocratiche che servono soltanto a far crollare ulteriormente la credibilità e l’immagine di un Paese che non riesce spesso neppure ad imitare quanto di meglio e di utile è stato già sperimentato altrove. Non si dimentichi, infatti, che in tema di accoglienza di flussi turistici internazionali l’Italia, quella delle città d’arte, è crollata negli ultimi decenni, lasciando il posto a Paesi come la Francia, la Spagna e la Germania. Non basta più, come nel dopo guerra, limitarsi a dire di possedere un patrimonio artistico unico al mondo. Serve ormai una complessiva capacità marketing territoriale che non abbiamo mai avuto o dimostrato o messo in campo come Sistema Italia; una capacità destinata a far conoscere e far fruire soprattutto il patrimonio della cosiddetta Italia minore, quella dei Bronzi di Riace e dei centri storici calabresi ad esempio. Ma per far questo e per recuperare un gap notevole, oggi diventa strategico occupare gli spazi internazionali riservati al turismo, come l’EXPO 2015. Bisogna andarci ed esserci, non soltanto con i Bronzi di Riace e da lì raccontare ed emozionare i visitatori, informandoli ed attraendoli verso la regione che non soltanto quei Bronzi custodisce”.