Sequestrati beni per 30 milioni di euro alla cosca Alvaro, i dettagli
Con il sequestro odierno, si fa rilevare in ambienti investigativi, il valore complessivo dei beni sottratti, nel corso dell'anno, dal G.I.C.O. della Guardia di Finanzadi Reggio Calabria, alla cosca Alvaro di Sinopoli raggiunge i 30 milioni di euro. Gli accertamenti dei militari partono dal 2009, a carico di diciassette soggetti coinvolti nell'operazione "Virus", condotta dalle forze di polizia reggine. Il 7 aprile scorso, il Tribunale di Reggio Calabria ha condannato in primo grado gli esponenti della cosca Alvaro, nell'ambito dell'inchiesta "Virus". In quella circostanza a Carmine Alvaro,57 anni, detto "u cupertuni", sono stati inflitti sei anni di reclusione per associazione mafiosa. Arrestato nel 2005, Alvaro e' ritenuto il capo indiscusso del clan. La forza del clan Alvaro e', peraltro, cristallizzata anche nelle inchieste "Arca", "Cent'anni di storia", oltre che "Virus": nel covo di Carmine Alvaro, inoltre, venne rinvenuto il bastone del comando, cedutogli, secondo gli inquirenti, proprio da Domenico Alvaro,73 anni. Nella prima fase dell'operazione "Matrioska" figure chiave sono state ritenute quelle di Felice Antonio Romeo, operaio forestale e di Maurizio Grillone, commercialista, attualmente in stato di libertà, che avrebbe gestito il riciclaggio di valuta estera, in particolare a Budapest, in Ungheria. Sarebbero loro i "colletti bianchi" della cosca. In particolare, l'applicazione della normativa antimafia in tema di misure di prevenzione ha portato oggi al sequestro di quattro fabbricati di notevole pregio siti nel Comune di Melicuccà. L'ingente patrimonio immobiliare oggi sequestrato, abilmente occultato in zone difficilmente accessibili e mai dichiarato al catasto, e' stato individuato dai finanzieri attraverso il controllo economico del territorio effettuato anche a mezzo di velivoli in dotazione al Corpo. Due delle unità immobiliari sono già occupate dai familiari del boss, le restanti due sono, invece, in avanzata fase di ultimazione. Gli ulteriori accertamenti economico-patrimoniali condotti su alcuni dei figli di Domenico Alvaro, ed in particolar modo nei confronti di quelli che sono risultati avere la disponibilità dei fabbricati sottoposti a sequestro, hanno permesso di accertare un'evidente sproporzione nel rapporto fra redditi dichiarati e tenore di vita dei titolari. In virtù di tali incongruenze, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di tali immobili in quanto anch'essi ritenuti, così come quelli sequestrati lo scorso 12 maggio, nell' indiretta disponibilità di Domenico Alvaro, ufficialmente percettore di redditi di modesta entità. Il dettaglio dei beni sottoposti a sequestro comprende un' abitazione di tipo signorile, costituita da un piano terra (esteso ben oltre 100 mq), con soprastante terrazzo, edificata su un terreno intestato a Domenico Alvaro ed alla consorte convivente, risultata nella disponibilità del loro figlio Antonio; una villa in corso di costruzione di elevato valore e pregio; una villa costruita su 3 piani, ciascuno esteso oltre 150 mq, con annesso giardino, edificata su uno dei terreni gia' sequestrati a Carmine e Giuseppe Alvaro, risultata nella disponibilità della loro sorella Giuseppa; una villa in costruzione su 3 piani, ciascuno esteso oltre 150 mq, edificata su uno dei terreni gia' sequestrati agli stessi Carmine e Giuseppe Alvaro.