Arte, Giovanni Longo al London Design Festival nel progetto Wood Mood
Dopo la recente esposizione al Kunstenfestival Watou in Belgio altro appuntamento internazionale per il ventottenne artista calabrese Giovanni Longo. Stavolta sarà la capitale mondiale della finanza Londra ad ospitare una scultura della serie “Fragile Skeletons” durante il London Design Festival. Wood Mood sarà evento ufficiale del festival e verrà curato da Davide Fabio Colaci in collaborazione con Valcucine, azienda leader nella produzione di cucine e da sempre attenta alle pratiche ecosostenibili.
Il progetto espositivo prevede una selezione di dodici opere realizzate in legno da designer e artisti che operano al di fuori delle normali pratiche professionali del design, superando la concezione della materia in termini strettamente funzionali o tecnologici.
In tutto questo trova ampia correlazione la ricerca artistica di Giovanni Longo che esporrà uno dei suoi scheletri dal titolo “Stazioni di lancio”. Longo dal 2005 ha scelto di utilizzare per le sue opere il legno recuperato lungo le foci delle fiumare vicino Locri, sua città natale. Il materiale, trasportato dalle correnti, risulta carico di significati materici e concettuali che diventano funzionali nella costruzione di dettagliate strutture scheletriche, dalla forte carica simbolica e inserite in particolari installazioni concettuali, che gli sono valse una notevole visibilità internazionale, come conferma anche questo appuntamento.
L’apertura della mostra è prevista per tutta la durata del London Design festival, dal 13 al 21 settembre, presso lo showroom di Valcucine a Londra (143–149 Great Portland Street). In mostra anche i lavori di Tomás Alonso, Arabeschi di Latte, Daniele Bortotto, Fabien Cappello, Fabio Castelli, Formafantasma, Lorenzo Damiani, Giulio Iacchetti, NaruseInokumaarchitects, LuziaVogt e Bethan Laura Wood. L’arte e il design sono due mondi che nella meticolosa pratica di Giovanni Longo, un mix costante di ricerca e intuizione, riescono a contaminarsi creando elementi che conservano, malgrado la provenienza povera, lo status di opere d’arte.