Arrestato in Argentina il “boss” Pantaleone Mancuso
Pantaleone Mancuso detto “L’ingegnere”, 53enne originario di Limbadi, nel vibonese, considerato uno dei boss della ‘ndrangheta, è stato bloccato in Argentina mentre stava tentando di entrare in Brasile su un pullman turistico. Mancuso, che aveva con sé un documento falso intestato a “Luca de Bortolo”, è stato catturato il 29 agosto scorso nella città di frontiera di Puerto Iguazù (Brasile); solo oggi la gendarmeria argentina ha reso noto il suo arresto, avvenuto lunedì dopo che l’Interpol ha effettuato dei controlli sulle sue impronte digitali risalendo così alla sua identità. Il presunto boss è accusato di associazione mafiosa e duplice tentato omicidio e saranno avviati i passi necessari per la sua estradizione in Italia.
Inbtanto, la Procura distrettuale antimafia di Catanzaro ha avviato all'Argentina la richiesta di estradizione in Italia del boss Pantaleone Mancuso. Sull'arresto, il procuratore di Catanzaro Vincenzo Lombardo ha espresso "soddisfazione per la caratura del personaggio, elemento di spicco del clan Mancuso di Limbadi e discendente della generazione degli undici fratelli che hanno dato vita ad una delle famiglie di 'ndrangheta più potenti dell'intera Calabria".
Mancuso è infatti il figlio del defunto Domenico Mancuso (87 anni), ritenuto insieme al fratello Francesco, detto "Ciccio" (anche lui deceduto), il fondatore sul finire degli anni '60 dell'omonimo casato di 'ndrangheta. Pantaleone Mancuso, fratello più piccolo dei boss Giuseppe, Diego e Francesco detto "Tabacco", è stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa nel processo nato dall'operazione antimafia "Dinasty" (pena già interamente scontata) ed è attualmente imputato per estorsione ed altri reati aggravati dalle modalità mafiose nel processo nato dall'operazione "Impeto" ancora in corso al Tribunale di Vibo Valentia.