L’Ora: Regolo, silenzio da Procura e Prefettura
Il direttore dell'Ora della Calabria, Luciano Regolo, lamenta in un editoriale pubblicato sul blog dei giornalisti della testata che ha sospeso le pubblicazioni dopo lo scandalo Oragate, il silenzio della Prefettura e della Procura di Cosenza sulla vicenda che riguarda il quotidiano.
"Denunciando pubblicamente con il sostegno della Federazione Nazionale della Stampa e del Sindacato Giornalisti Calabria ogni scorrettezza subita nel corso di una liquidazione, a dir poco anomala, della nostra casa editrice - spiega - ci siamo adoperati anche perché venisse aperto presso la Prefettura di Cosenza un tavolo di trattativa con il liquidatore, Giuseppe Bilotta, che è anche il commercialista perito di parte nel processo che ha portato alla confisca di beni per 100 milioni di euro a Piero Citrigno, padre di Alfredo, il nostro ex editore. In diverse sedute, davanti al prefetto Tomao, Bilotta ha assunto impegni che poi ha puntualmente disatteso".
Regolo racconta ancora: "dallo scorso luglio sollecitiamo personalmente, noi e Carlo Parisi, vicesegretario nazionale nonchè segretario regionale Fnsi, la prefettura perchè riapra il tavolo di trattativa, anche per fornire ufficialmente alle rappresentanze sindacali, come dovuto per legge, notizie precise sulle nostre spettanze e sui crediti eventualmente acquisiti durante la liquidazione societaria che oramai va avanti da nove mesi. Ma dalla prefettura - sottolinea - non arriva alcuna risposta. È curioso perchè lo stesso viceprefetto mi aveva chiesto di avvertirlo nel caso in cui Bilotta non avesse fornito le informazioni convenute. Informazioni che non sono mai arrivate: dal liquidatore non ne riceviamo alcuna da mesi".
Altra circostanza rilevata da Luciano Regolo è che il liquidatore Bilotta aveva annunciato davanti al prefetto di Cosenza di dover portare i libri contabili al tribunale fallimentare ma "in realtà non ha fatto nulla del genere". Nel frattempo, i giornalisti non percepiscono stipendio da marzo. Sempre il liquidatore, inoltre, ricorda Regolo, aveva promesso a breve, prima dell'estate, il saldo delle spettanze grazie agli introiti della concessionaria di pubblicità e di un trasferimento autorizzato da una società del gruppo riconducibile all'ex editore e invece non sono arrivate novità. Ulteriore critica viene rivolta dal direttore dell'Ora della Calabria alla Procura di Cosenza, che ha rinviato a giudizio lo stampatore Umberto de Rose per violenza privata dopo il blocco della stampa che impedì al giornale di andare in edicola nel giorno in cui si dava notizia dell'indagine a carico del figlio del senatore Antonio Gentile, di lì a poco costretto alle dimissioni dalla carica di sottosegretario.
"Nei primi mesi della mia direzione - spiega Regolo - la Procura di Cosenza stava indagando sulle continuità editoriali nelle varie aziende messe su da Citrigno di fallimento in fallimento. In tutti questi casi lo stampatore restava sempre De Rose, che pure era il principale creditore delle aziende fallite. Non risultano invece in corso indagini sulla nostra situazione". Il giornalista chiede l'aiuto delle istituzioni perchè "una terra dove si lasciano dimenticare i soprusi, è una terra dove il sopruso non verrà mai fermato". (AGI)